Nel settore lattiero produzione in calo del 10-30%. Diminuisce la redditività della carne bovina Bene l´avicolo in crescita del 10%. Per poter restare sul mercato il 50% delle aziende ha investito nel fotovoltaico
Costi di produzione in crescita nel 2012 per la zootecnia. A pesare il balzo in alto del prezzo dei cereali, a causa dell´anomalo andamento climatico caldo e siccitoso della scorsa estate. Ad appesantire ulteriormente la situazione anche l´aumento della quotazione della soia e dei foraggi, ma anche del rincaro del costo dell´energia.
A risentire maggiormente della congiuntura è il comparto lattiero, per il quale il 2012 può essere definito un annus horribilis.
COMPARTO LATTIERO. Alla crescita dei costi di produzione si è aggiunta infatti una riduzione della produzione del 10-30% a causa delle alte temperature estive. «Le bovine», spiega Terenzio Borga, presidente di Aprolav, l´associazione dei produttori latte veneti, «soffrono più il caldo che il freddo e dopo un inizio anno all´insegna dell´aumento produttivo ci troviamo ora con un risultato particolarmente negativo».
Verona è la seconda provincia veneta per produzione di latte, con quasi 2.600 hl nel 2011 per un valore di poco meno di 104 milioni di euro.
Situazione meno critica, per i produttori di carne bovina, che hanno però visto aumentare anche il costo dei ristalli provenienti dalla Francia. Questo ha comportato un´ulteriore erosione della redditività dell´allevamento, nonostante l´aumento del prezzo dei capi al macello iniziato nel 2011 e proseguito quest´anno.
Con circa il 30% della produzione regionale, Verona è la provincia leader per la carne bovina, con poco più di 60.400 tonnellate nel 2011 per un valore di oltre 140,5 milioni di euro. In Veneto, tra l´altro, si produce circa il 30% della carne bovina nazionale.
«Vista però la qualità e le peculiarità della nostra produzione», dice Giuliano Marchesin, direttore di Unicarve, associazione dei produttori di carne bovina del Triveneto, «continuiamo a lavorare per la sua valorizzazione, così da avere un riconoscimento da parte del consumatore e il 29 dicembre inizierà la marchiatura delle carni con il marchio regionale QV Qualità Verificata».
IL SETTORE AVICOLO. In crescita il settore avicolo, che ha avuto negli ultimi 3 anni una crescita media a livello regionale del 10%, ma con punte del 38% per le uova. Il Veneto rappresenta oltre il 40% della produzione nazionale, mentre Verona da sola produce il 45% della carne di pollo a livello regionale. Si tratta di quasi 223 mila tonnellate nel 2011, per un valore di poco meno di 316,5 milioni di euro.
L´aumento produttivo è motivato «dallo spostamento della richiesta dalla carne bovina a quella avicola, che è più economica», spiega Giancarlo Lunardi, presidente di Ava, l´associazione veneta degli avicoltori. «Questo però non significa maggiore redditività per le aziende». Anche in questo caso l´aumento del 3% dei prezzi è ampiamente superato dal rialzo dei costi, tra i quali anche quelli burocratici.
Alla luce dei fatti, per restare sul mercato è indispensabile adottare strategie di contenimento dei costi e di integrazione del reddito. Il 50% delle aziende avicole ha già investito nel fotovoltaico; un risultato analogo potrebbe essere ottenuto valorizzando i liquami aziendali negli allevamenti da latte, con la realizzazione di impianti di piccole dimensioni, tra l´altro ora più incentivati rispetto a quelli grandi.
L’Arena – 10 dicembre 2012