Dal prossimo anno la suinicoltura del mantovano rischia di entrare in crisi. Il numero di capi allevati diminuira’ del 15%, come conseguenza dell’entrata in vigore della normativa sul benessere animale, che impone agli allevatori di adeguare le strutture di allevamento concedendo uno spazio adeguato per i singoli capi.
Un pericolo per la suinicoltura della provincia di Mantova, che conta 1,3 milioni di capi allevati. “Questa normativa -avverte il presidente di Coldiretti Mantova, Paolo Carra- porta inevitabilmente a un diminuzione del numero di capi presenti nelle singole aziende, in quanto aumentando lo spazio necessario nelle strutture e’ facile prevedere una diminuzione dei capi stimabile in un 15 % del numero dei capi presenti in azienda”.
I costi di adeguamento, secondo Coldiretti Mantova, comportano un esborso variabile dai 500 ai 1.000 euro per capo suino e per tipologia delle porcilaie. Non sono ammesse ulteriori deroghe anche se richieste dall’Italia e le sanzioni previste, nel caso di inadempienza, sono pesanti.
Negli ultimi anni nel settore della suinicoltura si e’ registrato un calo degli allevamenti, soprattutto sulle scrofaie. Le cause, sottolinea Coldiretti Mantova, sono dovute all’aumento dei costi di produzione, in primo luogo per l’acquisto dei mangimi e del mais, con aumenti del 3,7 % a livello generale e con punte del 23% per alcune farine e del 12% per i nuclei). A questo si aggiunge una flessione nella remunerazione delle carni, fino al 2011 poi ripresa per il 2012, e i costi a carico delle imprese per l’adeguamento delle strutture alle nuove normative comunitarie sul benessere animale.
Milano, 4 novembre 2012 (Adnkronos)