Negli ultimi decenni le zoonosi, ovvero le infezioni trasmesse dagli animali all’uomo, hanno mostrato un trend preoccupante di crescita. Recentemente, un gruppo di ricercatori di Ginkgo Bioworks ha pubblicato uno studio sulla rivista Bmj Global Health che allerta sulla possibilità di un aumento di dodici volte delle vittime causate dalle zoonosi entro il 2050.
La ricerca
La ricerca finanziata da Ginkgo Bioworks, un’azienda biotech fondata nel 2008 a Boston, ha messo in evidenza un incremento “esponenziale” delle zoonosi negli ultimi sessant’anni, sollevando preoccupazioni serie sulla salute globale.
Gli agenti patogeni virali zoonotici sono, infatti, la principale causa delle epidemie moderne, poiché passano dalla fauna selvatica o dagli animali domestici agli esseri umani attraverso la caccia, l’invasione degli habitat naturali e l’allevamento intensivo di bestiame. Il cambiamento climatico e altre forme di cambiamento ambientale di origine antropica, come lo sfruttamento eccessivo della terra, continuano a incrementare la frequenza degli episodi di spillover, mentre l’aumento della densità della popolazione umana e dei collegamenti globali ne faciliterà sempre più la diffusione.
In questo studio, grazie a un ampio database epidemiologico, i ricercatori si sono concentrati su quattro famiglie di virus per individuare le tendenze nella frequenza e nella gravità delle possibili future epidemie:
- Filovirus (Ebolavirus, Marburgvirus),
- Sars-CoV-1,
- Virus Nipah,
- Virus Machupo, responsabile della febbre emorragica boliviana.
Tra il 1963 e il 2019 sono stati registrati 3.150 focolai di infezione (con 50 o più decessi), con un incremento annuo dei contagi tra il cinque e il nove percento.
I risultati
In base ai dati raccolti, gli autori dello studio hanno previsto un futuro in cui i patogeni potrebbero essere fino a dodici volte più letali rispetto al 2020, causando quattro volte il numero di eventi di spillover finora registrati. Tuttavia, i dati potrebbero essere sottostimati a causa dell’eterogeneità nei servizi di sorveglianza sanitaria globali.
Il lavoro sottolinea l’urgente necessità di un approccio globale per migliorare la prevenzione e la gestione delle epidemie zoonotiche. Sebbene la pandemia di Covid-19 abbia stimolato la ricerca per lo sviluppo di vaccini e trattamenti, rimane poco chiaro quali siano le strategie efficaci per rafforzare la prevenzione e la resilienza a livello globale.
A cura di Francesca Innocenzi – Vet33