Vittorio Sabadin. Una turista americana, che aveva lasciato aperto il finestrino dell’auto sulla quale viaggiava, è stata uccisa da un leone mentre visitava una riserva nei pressi di Johannesburg. La donna aveva ignorato la raccomandazione di tenere chiusi i finestrini e il leone ha agito in base alla sua natura, difendendo il territorio. Non ci sarebbe molto altro da dire, salvo che su molti giornali americani e inglesi si è aperto un dibattito su quali siano gli animali più pericolosi per l’uomo, e se non sia il caso di fare qualcosa.
I leoni, le tigri e gli squali che attaccano esseri umani ricevono sempre grande attenzione dai media, ma sono tra gli animali che colpiscono più raramente. Il re della foresta, ad esempio, è solo al 14° posto della classifica dei killer, preceduto da minuscoli invertebrati e persino dai cani e dai cervi. Una classifica imparziale degli uccisori di uomini metterebbe al primo posto virus e batteri, ma, se si dovesse limitare agli organismi visibili, il campione dei killer di esseri umani dovrebbe essere l’uomo stesso, responsabile nel corso della storia di miliardi di uccisioni di propri simili. Al secondo posto ci sono le zanzare, che trasmettono malaria e dengue a quasi un milione di persone l’anno, e al terzo c’è un altro insetto, la mosca tse-tse, responsabile della malattia del sonno, che colpisce 500 mila persone, la metà delle quali non sopravvive.
La paura dei serpenti è molto diffusa tra gli esseri umani con buone ragioni, visto che il loro veleno uccide ogni anno circa 50 mila persone. Lo stesso avviene con gli scorpioni, le creature più antiche del pianeta, approdate sulla Terra dal mare 350 milioni di anni fa. Solo 25 specie delle 2 mila esistenti dispongono di sufficiente veleno per uccidere 5 mila esseri umani all’anno. Non siamo abituati a considerare gli erbivori animali pericolosi, se si escludono i tori delle arene spagnole. Ma ci sono erbivori con un pessimo carattere, che possono diventare spietati killer quando sono disturbati all’interno del loro spazio. Uno di questi è l’ippopotamo, ritenuto uno degli animali più pericolosi dell’Africa, responsabile ogni anno di quasi 3 mila attacchi ad esseri umani troppo curiosi. Chi sopravvive agli ippopotami deve spesso vedersela con i coccodrilli, quasi altrettanto letali, con circa 2 mila vittime l’anno. Dopo gli elefanti, che possono diventare molto aggressivi quando ci si avvicina troppo, e che causano circa 500 morti l’anno, gli animali dai quali è meglio stare alla larga sono i bufali del Capo: pesano una tonnellata e mezza, corrono a 50 km orari e attaccano chiunque non gli sia simpatico, comprese Land Rover e Jeep, causando 200 vittime l’anno.
Sorprende che al 10° posto dei killer ci sia il cane domestico, responsabile solo negli Stati Uniti di circa 30 uccisioni l’anno, dovute in gran parte a comportamenti violenti o sbagliati degli esseri umani che interagiscono con loro. Il leone africano aggredisce circa 70 persone l’anno ed è responsabile di meno vittime del cervo, che non aggredisce nessuno, ma invade strade e autostrade causando ogni anno numerosi incidenti, dei quali almeno 120 sono mortali. Chi ha una faccia feroce vuole solo essere lasciato in pace. E’ di chi non ce l’ha che bisogna diffidare.
La Stampa – 3 giugno 2015