“L’apicoltura può attendere, la caccia no. La deliberazione sugli “Aiuti nel settore dell’apicoltura. Approvazione triennio di programmazione 2017-2019 approvata questa mattina in aula consiliare. L’approvazione da parte della Giunta risale infatti all’11 febbraio 2016 e lo stesso giorno il provvedimento è arrivato in Consiglio regionale.
Da qui, il passaggio in Terza Commissione consiliare permanente, competente in materia, con il via libera lo scorso 5 luglio e oggi, finalmente, è pervenuta in aula. Ce la siamo presa davvero troppo comoda: se si fosse trattato di caccia, avremmo chiuso la partita in 15 giorni”. Lo afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni che “commenta così gli aiuti nel settore dell’apicoltura, con riferimento al triennio di programmazione 2017-2019, il cui stanziamento è stato approvato nella seduta odierna del Consiglio regionale”. “Ce la siamo presa davvero troppo comoda – osserva l’esponente dei Democratici – d’altronde è una questione di priorità. Come già accaduto in altre occasioni, approviamo un documento con numeri ormai superati; i dati sono infatti del 2014 e non del 2016. E non è una scelta priva di conseguenze, questa, perché va anche ad incidere sulla distribuzione dei fondi. Si sottovaluta l’importanza di questo settore: le api ci dicono se un ambiente è salubre o malato, se abusiamo di prodotti chimici in agricoltura, sempre più presenti in alcune coltivazioni emergenti, come il prosecco. Dobbiamo prevenire la moria delle api dovuta ad un uso indiscriminato di pesticidi: tutelarle significa infatti salvaguardare l’ambiente, la biodiversità, l’economia dell’apicoltura e di tutti gli insetti impollinatori utili a moltissime produzioni agricole di verdura e frutta”. “E a proposito di dati vecchi – sottolinea il consigliere regionale – questo provvedimento non tiene conto, ad esempio, dei problemi causati dalla vespa velutina, rilevata a Bergantino, in provincia di Rovigo, un insetto esotico che preda le api e che, se non controllato e gestito a dovere, potrebbe espandersi in tutto il Veneto”. “Dovremmo inoltre intervenire anche sulla Legge regionale in materia di apicoltura – ribadisce Zanoni – la n. 23 del 18 aprile 1994, perché sono passati ormai 23 anni. La normativa sull’attività venatoria, che è datata 1993, ha già conosciuto 20 modifiche ed è evidente che ci sia una sproporzione tra l’interesse dedicato ad apicoltori e cacciatori”. “E’ quindi necessaria una nuova Legge – conclude Andrea Zanoni – che riservi una maggiore attenzione alla produzione biologica, per tutelare ambiente e salute, e che riesca a fornire gli strumenti normativi per contrastare in modo efficace la contraffazione e l’adulterazione, perché c’è qualcuno che vende miele e pappa reale, importata dalla Cina, come prodotto a chilometro zero. Vanno perciò individuate ed isolate le mele marce, per tutelare gli apicoltori onesti e corretti nel proprio lavoro”.
Consiglio Veneto – 14 febbraio 2017