«Per la prima volta la Regione Veneto è contendibile al centrodestra, che ha esaurito il suo ciclo ventennale: nel 2015 possiamo vincere».
Andrea Martella, vicepresidente del gruppo parlamentare democratico alla Camera, registra la vittoria di Treviso – ma anche quella di San Donà – non solo per il suo valore evocativo, ma anche per il ripristino dei principi civili fondamentali «da troppo tempo calpestati» nel capoluogo della Marca. Si respira un’aria nuova, insomma, nel Veneto che si risveglia da vent’anni di forzaleghismo largamente maggioritario. «Un passaggio storico, non c’è dubbio – aggiunge il parlamentare veneziano –: non solo per il significato evocativo di Treviso, ma anche perché rappresenta la fine di un ciclo per il centrodestra. Adesso tocca a noi e soprattutto al Partito Democratico interpretare questa nuova fase come l’apertura di un capitolo diverso, un nuovo patto sociale, attraverso un partito che parli a tutti, che abbia al centro le questioni del lavoro e dell’economia». Dopo la conquista della Stalingrado padana, il Partito Democratico si trova a contare sulle dita di una mano i suoi sindaci nelle città capoluogo: Venezia, Padova, Vicenza, Belluno e Treviso. Lo sguardo è naturalmente alle Regionali del 2015, quando la leadership di Luca Zaia (che sconta i suoi problemi) e la coalizione del centrodestra (sempre più divisa) potrebbero essere messe in discussione da una proposta democratica del centrosinistra. «Non sfugge a nessuno il grande astensionismo di queste elezioni» ammette Martella «e non bisogna cantare vittoria anzitempo. Ma credo davvero che si possa aprire una fase nuova anche per noi, che si possa ritrovare una sintonia con il Veneto, proprio a partire dalle questioni centrali del lavoro, dell’economia, delle infrastrutture. La proposta politica del centrodestra e la leadership di Luca Zaia, in realtà, assomiglia a un castello di annunci che si sta sbriciolando». Per Andrea Martella, il prossimo congresso regionale del Partito Democratico dovrà essere il momento per lanciare questo progetto regionale in vista del 2015: «Non possiamo permetterci di arrivare a una candidatura dell’ultimo momento: scegliamo il percorso, che per me possono anche essere le primarie, e la proposta politica. Ma dopo l’estate si decida la strategia, dobbiamo arrivare con largo anticipo alla candidatura a governatore». Nomi non ne fa, ma appare a tutti evidente che i principali candidati alla leadership del centrosinistra sono il ministro per lo sviluppo economico Flavio Zanonato, fortemente voluto dai bersaniani e dai padovani, e il sindaco di Vicenza appena rieletto Achille Variati, tra i renziani della prima ora. C’è una terza area, rappresentata per ora da Laura Puppato, che si colloca né con gli uni né con gli altri.
Il Mattino di Padova – 12 giugno 2013