Al governatore del Veneto Luca Zaia non piace il nuovo portaleDoveecomemicuro.it, presentato oggi a Roma e frutto di un’iniziativa privata coordinata da Walter Ricciardi.
“Che nessun ospedale Veneto – ha detto Zaia – compaia fra le eccellenze di siti che ultimamente proliferano e pubblicano classifiche su dove si è curati meglio, è quanto meno sorprendente, ben sapendo che altre prestigiose classifiche pubbliche – e quindi certificate – pongono numerosi ospedali della regione al top non soltanto in Italia ma spesso in Europa. Vedasi l’ultimo rapporto del laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa”.
“Trovo assurdo che una classifica venga redatta da privati utilizzando dati pubblici che, apprendo ancora una volta da agenzie di stampa, sarebbero il Ministero della Salute, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari-Agenas, l’Istat – riprende Zaia – Il Ministero stesso ha stanziato 6 milioni per la realizzazione di un portale nazionale che, ai sensi del decreto legislativo 68, articolo 30, dovrebbe informare circa l’uniformità dell’assistenza, la qualità delle cure e il monitoraggio costante dell’efficienza ed efficacia dei servizi sanitari. Portale cui la Conferenza Stato-Regioni ha affidato la realizzazione alla Regione Veneto”.
“Chiedo che il Ministro – conclude il governatore – mi dia urgentemente un chiarimento sul perché i fondi Cipe per tale portale restano bloccati, ma soprattutto perché a privati viene continuamente consentito di utilizzare dati pubblici”.
Dove mi curo? Sul web i migliori ospedali italiani. Il privato fa prima di Agenas e lancia il “suo” portale
Si chiama Doveecomemicuro.it. E contiene i dati di 1.233 strutture sanitarie italiane censite in base a 50 indicatori. Con il posto migliore dove curarsi. Il portale, edito da Formex srl di Milano, è coordinato da Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Gemelli insieme ad altri ricercatori ed esperti. Arriva sul web anticipando l’annunciato portale del PNE dell’Agenas.
Nel nostro Paese una persona che debba sottoporsi ad un intervento al ginocchio oppure togliere la colecisti, o sapere il luogo più sicuro dove partorire, o ancora conoscere l’ospedale migliore in cui eseguire un bypass coronarico, finora, non aveva possibilità di orientarsi nella giungla di ospedali, cliniche, presidi sanitari, policlinici universitari. Ma da oggi arriva in Italia (in attesa del Portale della Trasparenza di Agenas) il primo motore di ricerca per scegliere l’ospedale migliore per i tuoi bisogni.
Si chiama Doveecomemicuro.it e lo edita la Formez srl di Milano. Una vera e propria guida cui far riferimento per scegliere dove curarsi: le risposte alle sue domande sono a portata di mano, bastano pochi secondi e qualche “click” sul sito per individuare la struttura migliore per le sue esigenze di paziente. “Si tratta di un progetto – come si legge sul sito – realizzato e promosso da un gruppo di esperti e ricercatori che lavorano nel campo della sanità, consapevoli della necessità dei cittadini di avere informazioni migliori per poter scegliere i servizi sanitari cui rivolgersi”.
Il portale (che mappa ben 1233 strutture sparse per il territorio italiano tra ospedali, case di cura accreditate e presidi ospedalieri e considera complessivamente 50 indicatori chiave per misurarne la performance) è stato presentato oggi a Roma nel corso di un incontro con la stampa, frutto di due anni di lavoro di un team di ricercatori coordinato dal Professor Walter Ricciardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica – Policlinico “A. Gemelli” di Roma. “Il portale – ha subito spiegato Ricciardi – è frutto di un’iniziativa privata ed è costato qualche centinaia di migliaia di euro” che sono stati stanziati dallo stesso Ricciardi e dall’editore Formex srl.
“L’obiettivo era realizzare un supporto informativo rivolto ai cittadini attraverso un’iniziativa cosiddetta di Public Reporting – ha specificato Ricciardi – capace di rafforzare il principio di responsabilità sociale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, secondo cui i decisori e le organizzazioni sanitarie devono rispondere delle proprie azioni e performance verso i cittadini, in termini di trasparenza comportamentale, amministrativa, gestionale, strategica ed economica. Tale strumento di pubblicazione dei dati di performance delle strutture sanitarie aumenta il potere decisionale di cittadini e pazienti e consente di migliorare la qualità dell’assistenza dei servizi sanitari, soprattutto nel contesto ospedaliero. Le evidenze scientifiche dimostrano, infatti, che riportare pubblicamente le performance di una certa struttura incoraggia attività volte al miglioramento della qualità delle prestazioni offerte a livello del singolo ospedale. Non a caso alcune esperienze internazionali hanno messo in evidenza una lieve riduzione della mortalità per le diverse patologie in presenza di attività di public reporting”.
“Dal 25 ottobre scorso – in virtù della direttiva europea (2011/24/Ue) – ogni cittadino dell’Unione può decidere liberamente di ricevere assistenza sanitaria in ciascuno dei Paesi membri” – ha ricordato il professore della Cattolica -. È chiaro che, per scegliere il luogo dove curarsi, un cittadino dovrebbe avere accesso ad informazioni chiare, rigorose e tempestive sulla qualità dei servizi offerti (quelli che giustificano il sacrificio di spostarsi da casa propria per avere cure adeguate) sia ospedalieri, sia ambulatoriali e domiciliari”.
“Proprio per questo motivo – ha sottolineato il professore – la direttiva UE raccomandava ai Paesi membri di attivare strumenti, soprattutto su internet, per informare i propri cittadini e per incoraggiare quelli stranieri a spostarsi per utilizzare le strutture sanitarie di altri stati membri, gratuitamente, perché il Paese d’origine è obbligato a farsi carico delle spese. In Italia mancava finora un database informativo destinato ad orientare le scelte dei cittadini italiani e comunitari in ambito sanitario, anche perché nella Pubblica amministrazione oltre ad un problema di risorse vi sono anche tempi e lungaggini burocratiche”.
E in questo senso Ricciardi, rispondendo ad una nostra domanda su come si sarebbe inquadrato il nuovo Portale rispetto a quello in lavorazione presso Agenas e su cui il Ministero della Salute ha stanziato 6 milioni di euro, ha specificato di aver “informato il Ministro che si è detto interessato e in ogni caso noi siamo disponibili fin da ora a collaborare con il Ministero per allargare la nostra collaborazione”.
“Il nostro sito ‘Dove e come mi curo’ nasce proprio per riempire questo vuoto e aiutare gli italiani a trovare le migliori strutture sanitarie cui rivolgersi per una certa patologia, ma anche per rendere tali strutture attrattive per gli stranieri” – ha detto Ricciardi -. Esso è il frutto di oltre due anni di difficile lavoro di un gruppo di ricercatori,supervisionati da un Comitato Scientifico di assoluto valore internazionale, che ha raccolto, elaborato e spiegato in modo semplice i complessi – spesso incomprensibili ai non addetti ai lavori – dati ed indicatori sanitari per permettere di scegliere dove e come curarsi in modo adeguato”.
“È un primo passo verso un sistema sanitario più trasparente e verso una partecipazione più attiva ed informata dei cittadini a quello che è ancora uno dei Servizi Sanitari migliori del mondo, ma che ha al suo interno enormi diversità che rendono difficile per il cittadino orientarsi”.
“Ad oggi, è stato possibile includere soltanto alcune problematiche di salute per cui erano disponibili dati ed informazioni pubbliche, ma vi sono ancora tante situazioni che interessano milioni di italiani che non hanno strumenti per scegliere in modo adeguato il proprio luogo di cura”.
Tra queste Ricciardi ha specificato come si possano introdurre indicatori sulle liste d’attesa e in futuro anche l’identità del professionista che ha eseguito l’intervento.
“Confidiamo – ha concluso – che la futura collaborazione sia con singoli cittadini, sia con le più importanti associazioni di pazienti che svolgono un lavoro importantissimo in merito, possa ulteriormente ampliare e migliorare il sito”.
Nel corso dell’evento è intervenuto anche l’ex Ministro della Salute, Ferruccio Fazio (che è anche componente del Comitato scientifico del nuovo Portale) che ha ribadito come “ il portale, senza fare classifiche, serve a rendere ai cittadini fruibili i dati sull’appropriatezza e sugli esiti delle cure erogate dalle strutture sanitarie e già messi a disposizione da Agenas”. Per Fazio il sito “è estremamente utile per i cittadini. Inoltre costa poco ma sarà molto utile come è accaduto in Inghilterra”.
L’ex Ministro a margine dell’evento è anche intervenuto su alcuni temi più prettamente di politica sanitaria: i ticket. “Ora va risolto il problema dei famosi 2 miliardi di euro di ticket, che sono stati messi sotto forma di compartecipazione alla spesa, ma nessuno ha mai pensato che dovessero essere un ticket. E’ infatti chiaramente espresso che vanno modulati insieme con le Regioni in un certo modo”. Ma a prescindere da ciò, “l’idea che viene esaminata ora sull’ipotesi di un ticket che si basi sull’Isee, per fascia di reddito,è quella giusta e l’avevamo studiata anche noi”.
Secondo Fazio, si dovrà lavorare su questa linea “a meno che non si trovino 2 miliardi di finanza pubblica a copertura, cosa che mi auguro, ma non so quanto sarà possibile”. Infine, sui tagli finora scongiurati alla spesa sanitaria, l’ex ministro evidenzia: “Quando si volevano fare tagli alla farmaceutica e ai beni e servizi anche all’epoca” in cui ero ministro “ci siamo sempre opposti. Mi sembra che questo sia il percorso corretto”.
Dove e come mi curo, cos’è e come funziona
Doveecomemicuro.it è un portale che aiuta i cittadini a districarsi nella fitta giungla di ospedali, case di cura, presidi sanitari, quando devono risolvere un problema di salute. È un vero e proprio motore di ricerca dedicato all’offerta assistenziale nazionale, che prende spunto da iniziative già ampiamente usate in altri paesi come il sito del Ministero della Salute britannico “NHS CHOICE” nel Regno Unito.
Il sito è facile da usare da chiunque perché la ricerca può essere effettuata relativamente alla parte del corpo o il problema di salute di proprio interesse (si può spaziare tra 15 parti del corpo e 28 problemi di salute) oppure immettendo anche i criteri di distanza geografica ed il linguaggio usato è estremamente semplice e comprensibile per tutti. Ne risulterà la segnalazione delle strutture di riferimento per quella patologia, contrassegnate da una simbologia basata sulla logica dei semafori (rosso, giallo e verde) che permette di sintetizzare i dati di qualità dal migliore al peggiore. Si tratterà, dunque, di cercare le strutture “promosse” nella gestione di quella patologia tra quelle con il semaforo verde più vicine a casa vostra. Una legenda aggiuntiva, basata sulla misurazione “a tacche” – come quella della batteria del telefonino – aiuterà ad orientarsi nella scelta indicando quanto la performance della singola struttura si avvicina agli standard internazionali di qualità dell’assistenza.
Ma come misurare la qualità? Il valore distintivo di questa iniziativa, prima in Italia, è il carattere rigorosamente scientifico su cui si basa il sistema di misurazione della qualità delle strutture: le aziende sanitarie sono infatti valutate sulla base di un set di 50 indicatori di qualità selezionati mediante una revisione sistematica delle fonti di dati disponibili sulla qualità assistenziale delle strutture sanitarie Italiane. Le fonti utilizzate sono il Ministero della Salute, l’Istat – Istituto Nazionale di Statistica, lo Sportello Cancro – Fondazione Veronesi, l’Age.Na.S. – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, l’Atlante Sanitario ERA WEB, l’Osservatorio Nazionale per la Salute nelle Regioni Italiane.
Un esempio rappresentativo della qualità dell’assistenza tra molti è l’indicatore fornito dal numero di parti con taglio cesareo sul totale dei parti effettuati nella struttura considerata, oppure il volume totale annuo dei parti effettuati che, quando è elevato, è sempre garanzia di qualità.
La qualità dell’informazione è garantita da un Comitato Scientifico, composto dai massimi esperti mondiali sulla trasparenza e sul valore per i pazienti, mentre la sicurezza del sistema di valutazione è garantita da un monitoraggio continuo e dall’aggiornamento costante dei dati da parte dei ricercatori del team.
Come sono confrontate le strutture sanitarie
Confronto nazionale, i semafori – Le strutture sanitarie sono confrontate su vari fronti: con una “classifica” che posiziona ciascuna struttura per come si colloca rispetto alle strutture che offrono le migliori prestazioni a livello nazionale, con una classifica che le mette a diretto confronto tra loro, ovvero compara ciascuna struttura nazionale con le altre del SSN in termini relativi.
Ad ogni struttura è associato un livello di qualità nel trattamento di ciascuna patologia (buono, discreto e insufficiente) espresso da un colore (verde, giallo, e rosso), a seconda della sua collocazione rispetto alla distribuzione di frequenza nazionale: il verde indica le strutture con i valori migliori per la gestione di una certa patologia (superiori al 67° percentile) il giallo indica le strutture con valori dell’indicatore moderatamente adeguati rispetto alla mediana nazionale (compresi nel range tra il 67° ed il 33° percentile); infine il semaforo rosso indica le strutture che hanno dei valori dell’indicatore molto inferiori rispetto alla media nazionale (i.e. al di sotto del 33° percentile).
Confronto internazionale, le tacche – Le strutture sanitarie, ove possibile, sono confrontate anche a livello internazionale in termini di qualità rispetto ai migliori standard empirici e scientifici disponibili.
Ad ogni struttura è stato associato un livello di qualità (eccellente, buono, discreto ed insufficiente) espresso da un simbolo di valutazione a quattro tacche, il cui riempimento è funzionale alla sua collocazione rispetto a standard internazionali di riferimento: 4 tacche su 4 indicano le strutture con i valori migliori ed in linea con il benchmark internazionale (per esempio ottiene quattro tacche quella struttura che abbia una mortalità a 30 giorni dal ricovero per infarto del miocardio inferiore al 6,5% dei ricoveri); 3 tacche su 4 indicano le strutture che hanno dei valori dell’indicatore sufficientemente adeguati rispetto al golden standard proveniente da evidenze empiriche (per esempio la mortalità a 30 giorni per infarto è compresa tra il 6/7% e il 7,7%); 1/2 tacche su 4 indicano le strutture con i valori peggiori rispetto al benchmark internazionale (per esempio la mortalità a 30 giorni per infarto è maggiore dell’8,4% dei ricoveri).
31 ottobre 2013