«Se passa questo ennesimo, ripeto ennesimo taglio, non sarà più sostenibile. Dovrò impugnare la penna e chiudere ospedali. Non ci sarà altro da fare. Chi ci ha portato a questo estremo ne risponderà alla gente». Non usa mezze parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia nel commentare la notizia che il Governo starebbe pensando a nuovi tagli alla sanità per un miliardo e mezzo di euro.
«Risparmiare in sanità si può, ma siamo stufi di essere presi in giro da chi spaccia il concetto di taglio con quello di spending review. Revisione della spesa è ben altra cosa: è applicare i costi standard immediatamente, in tutta Italia, dai cerotti alle Tac, ma non si ha il coraggio di farlo; è tagliare davvero dove si spreca e non in tutto il Paese, ma non conviene perché dove si spreca ci sono milioni di voti; è diffondere in maniera coercitiva le buone pratiche che tante Regioni presentano e farle utilizzare da tutti. Niente di tutto ciò si fa, è troppo difficile. Allora si taglia e basta, nello stesso modo dove si spreca e dove no. Allora dove non si spreca bisognerà chiudere ospedali e servizi. Dopo anni di miracoli, almeno da parte del Veneto e di alcune altre Regioni, la soglia sarà superata».
«Nonostante gli allarmi faziosi che circolano – assicura Zaia – la sanità veneta, alla fine della gestione annuale, chiuderà almeno in pareggio, ma è molto probabile che sia l’ultima volta in cui sarà possibile. Stiamo anche tentando da mesi di mandare in porto una riforma amministrativa che ha l’unico scopo di tagliare la spesa della burocrazia e riversare i risparmi sulle cure. Comunque non ci sarebbero più margini. Dal prossimo taglio nazionale si chiude». «Si deve chiudere dunque – conclude Zaia – non c’è altro da fare. E non si cerchino colpe che non ci sono in Veneto e nelle poche altre Regioni virtuose. Si cerchino da chi ha deciso, da anni ormai, che la salute degli italiani non è una priorità».
15 settebre 2016