Il vocabolario dimenticato dalla pandemia torna ad aprirsi sulla «A» di autonomia. Il presidente del Veneto, Luca Zaia,non a caso nei giorni scorsi chiedeva la fine dello stato d’emergenza. Tempo di tornare alla normalità. In cima alla lista delle priorità da ritrovare dopo lo stallo pandemico, appunto, c’è l’autonomia.
Presidente, lei ha sottolineato una sorta di filo diretto con Sergio Mattarella sull’autonomia. L’aria è cambiata?
«Oggi l’autonomia è sdoganata come progetto serio e concreto. Penso che le parole del presidente della Repubblica nel discorso di insediamento abbiano illuminato anche i più refrattari. L’autonomia è un progetto in linea con la Costituzione e che il garante della Costituzione ne parli sempre più in maniera importante è la dimostrazione che questa rappresenta la via della legalità».
Pensa a una maturazione del contesto generale dopo oltre quattro anni dal referendum?
«Mattarella ha usato a più riprese l’espressione “siamo entrati in una fase nuova”. Ecco, anche l’autonomia entra in una fase nuova. Senta, io ho una visione molto pratica della vita: il presidente della Repubblica italiana è il garante della Costituzione e l’autonomia non la fai se lui dice che è contraria alla Costituzione. Stiamo andando nella direzione opposta. Il capo dello Stato ha chiarito che questa non è una fantasia, non è una scorciatoia per la secessione».
Insomma, ora il Veneto ha per sponda il Colle più alto…
«Non parlerei di “sponda”. Il presidente, nella sua posizione di totale imparzialità, con molta correttezza, ha confermato una visione assolutamente oggettiva, in linea con la Costituzione repubblicana del 1948 che è autenticamente federalista. In più ha riconosciuto il ruolo delle Regioni».
Cioè?
«Ha sottolineato il ruolo delle Regioni soprattutto durante la pandemia, è stato il banco di prova: a fronte dell’emergenza, c’è stata un’assunzione di responsabilità, il principio cardine dell’autonomia. Le ha sdoganate mentre c’è qualcuno che vorrebbe bollarle come enti inutili ma si capisce, la “bestia centralista” tende a distruggere gli enti locali. Invece il capo dello Stato ha chiuso, una volta per tutte, i soliti dibattiti lamentosi, inutili, sull’autonomia egoista, sull’Italia a due velocità e così via. Del resto, il Sud ha vissuto fino ad ora in un paese centralista, non mi sembra abbia avuto chissà che vantaggi. Le prime vittime della mala gestio del Sud sono i cittadini del Sud. I soldi arrivavano ma in alcune zone ancora non c’è l’acqua potabile, non si fa la raccolta differenziata, c’è criminalità, ancora si esportano malati…».
Concretamente, sono passati più di quattro anni dal referendum sull’autonomia e il ministro Gelmini dice che si è a buon punto…
«Sono passati quattro anni, altrettanti governi e, negli ultimi 24 mesi, siamo stati assorbiti dalla pandemia…».
Dicevamo, sono passi avanti…
«Noi non abbiamo mai perso un giorno. Osservatorio, Centro studi ed è proseguita la trattativa sulla legge quadro. Confermiamo il buon rapporto avuto finora col ministro Gelmini. Nella bozza che è andata al Dagl (Dipartimento affari giuridici e legislativi ndr ) di Palazzo Chigi c’è quello che noi abbiamo chiesto, incluso il meccanismo dell’extra gettito che, con la clausola di solidarietà, potrà sancire un‘“autonomia win-win”, in cui vincono tutti. L’extra gettito destinato a specifici progetti per le regioni del Sud, dalla sanità all’occupazione giovanile. Sono tutti piccoli passi in avanti verso un destino segnato, spero sarà questo governo a scrivere una pagina di storia che è ancora intonsa».
Il suo partito aiuterà nell’impresa?
«Salvini è sul pezzo come lo sono anche i nostri ministri. Certo, è un governo particolare ma ciò non toglie che si possa lavorare su questo fronte».
Si aspetta che la legge quadro arrivi finalmente in Parlamento?»
«Io sono fiducioso, stiamo lavorando… Ci vado tutte le settimane a Roma, non ho problemi».
Il Corriere del Veneto