Annuncio del governatore: quest’anno i dirigenti regionali non riceveranno il «premio di risultato», ossia quel bonus che si vorrebbe legato alla produttività, ed invece quasi sempre viene riconosciuto a prescindere, di default, che ogni anno in questo periodo veniva elargito come da contratto per un ammontare variabile fino al 20% dello stipendio. Il risparmio per le casse regionali è di circa un milione. Gli interessati non l’hanno presa bene. E molti Dg delle Asl tacciono in attesa delle conferme degli incarichi. E’ l’austerity, bellezza! Il grimaldello usato da Monti per scardinare ora questa, ora quella saracinesca corporativa (non tutte: qualcuna è ancora asserragliata in cima alla torre) si sta rivelando utile pure tra le mani del governatore Luca Zaia, che non si fa remore ad usarlo per forzare antichi, e pareva intoccabili, tabù.
Uno di questi è sicuramente la busta paga della «Casta dei burocrati», come velenosamente la chiama l’altra Casta, quella per eccellenza, quella dei politici, che ne invidia lo stipendio di tutto rispetto (in Regione siamo oltre i 154 mila euro lordi l’anno) e soprattutto la possibilità di goderselo in santa pace, lontano dai giornali, dai grilli e dagli insulti della «signora Maria» (il copyright è di Zaia). E però adesso anche per i manager pubblici sembra arrivato il momento dei tempi cupi e così, dopo la stretta data dal vice presidente Marino Zorzato sulla possibilità di assumere lauti incarichi «extra impiego», ora è Zaia ad annunciare che per quest’anno nessuno di loro riceverà il «premio di risultato», ossia quel bonus che si vorrebbe legato alla produttività, ed invece quasi sempre viene riconosciuto a prescindere, di default, che ogni anno in questo periodo veniva elargito come da contratto per un ammontare variabile fino al 20% dello stipendio.
La misura, dettata «dai tempi in cui viviamo», è stata resa nota dal presidente in persona, senza che i diretti interessati fossero stati informati: «Ecco, forse è mancato questo gentlemen’s agreement» ha ammesso Zaia, che comunque non s’è fatto troppi problemi: «Non si tratta di mettere in discussione il lavoro di queste persone, abbiamo i migliori dirigenti del mondo e non li cambierei con nessun altro, ma in questo momento di difficoltà che affligge tutti i cittadini e le pubbliche istituzioni, loro non possono sottrarsi al sacrificio». La delibera è stata approvata in giunta all’unanimità, perché il segnale che si vuole lanciare è chiaro e né la Lega né il Pdl vuole stare sul rovescio impopolare della medaglia. E pazienza se il provvedimento può dare il via ad una sequela di cause in tribunale, con buone chance di successo visto che il premio è previsto nero su bianco dai contratti, e può essere negato solo nel caso in cui la commissione di valutazione abbia giudicato negativamente il lavoro del manager (il che, come appare evidente dalle parole di Zaia, non è). «Vedremo se qualcuno avrà qualcosa da ridire, se sarà necessario siamo pronti a difendere il provvedimento anche di fronte al giudice» resta fermo il presidente, forse nella consapevolezza che dei 44 dirigenti interessati, pochi hanno convenienza a sfidare la sua ira funesta.
Non ce l’hanno il segretario generale della Programmazione, quello della giunta (che peraltro hanno dato il via libera tecnico all’operazione) ed il capo di gabinetto, che sono tra tutti gli uomini del presidente, «Zaia boys» da sempre. Non ce l’hanno i 5 segretari generali di settore ed il coordinatore dell’avvocatura regionale, perché comunque è dura andare controcorrente mentre il resto del mondo tira la cinghia. Non ce l’hanno il direttore dell’Arpav e di Veneto Lavoro, che sono nominati dalla Regione. E men che meno ce l’hanno i 22 direttori generali delle Usl e delle Aziende Ospedaliere, che andranno a rinnovo a fine anno ed il cui destino sta nelle mani proprio di Zaia. A questi ultimi, guarda caso, è stata assestata la botta più dura: non solo, infatti, non riceveranno il premio di quest’anno, ma gli è stato pure azzerato quello relativo al 2009 ed al 2010, che stavano attendendo. «In un Veneto che conta 160 mila disoccuppati, tutti dobbiamo essere chiamati a dare il nostro contributo, non possono esistere zone franche. E’ giusto lanciare un segnale» chiude Zaia. A quanto ammonta il segnale? Fatti due conti, circa un milione di euro l’anno.
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 8 agosto 2012
Zaia azzera i premi ai dirigenti e risparmia 1 milione
Penitenza d’agosto per i dirigenti della Regione: la giunta veneta, accogliendo all’unanimità la proposta del governatore Luca Zaia, ha azzerato i loro premi di produttività, cancellando per l’anno in corso il bonus (variante dallo 0 al 10% dello stipendio) previsto dal contratto. Coinvolti complessivamente 44 manager: il segretario generale della programmazione, il segretario della giunta, il capo di gabinetto del presidente; i 5 segretari regionali di settore; il coordinatore dell’Avvocatura regionale; il direttore dell’Arpav e quello di Veneto Lavoro; i 22 direttori generali delle Ullss e delle Aziende ospedaliere, per i quali la rinuncia è più onerosa perché riguarda le due annualità non ancora assegnate. Secondo l’esecutivo, il provvedimento consentirà alle casse di Palazzo Balbi un risparmio stimato sul milione di euro, tra erogazione effettiva e oneri riflessi. Cifra proporzionale all’ammontare dei compensi medi in questione, che oscillano intorno ai 140 mila euro (lordi) annuali. «Abbiamo i migliori dirigenti del mondo e non ne cambierei nessuno, ma in questo momento di difficoltà, che affligge tutti i cittadini e le pubbliche istituzioni, abbiamo deciso di chiedere anche a loro un sacrificio», le parole del governatore. Difficile obiettare alla logica del rigore, soprattutto in presenza di alti funzionari in grado di sostenere il “taglio” senza rischi di indigenza. Le perplessità investono però due punti: la mancata concertazione con gli interessati (tenuti completamente all’oscuro) e l’assenza di una motivazione professionale che giustifichi lo zero in casella… «Diffido chiunque dall’interpretare questa decisione come un giudizio di merito», ribatte Zaia «tutti questi tecnici hanno lavorato bene, con impegno e lealtà verso l’istituzione, adoperandosi per tradurre in realtà la nostra mission di aumentare l’efficienza della macchina regionale. Abbiamo chiesto anche ai migliori un sacrificio legato alla situazione contingente, che tutti speriamo possa migliorare quanto prima». Tant’è.
Gli interessati non l’hanno presa bene. Affiora qua e là il rimpianto per l’«età d’oro» dell’amministrazione Galan (così generosa di prebende) e molti, a cominciare dai direttori delle Ulss, tacciono in attesa della conferma dell’incarico: se non arriverà, il ricorso in tribunale per riconquistare il premio (con gli arretrati) sembra scontato. Chi non ha peli sulla lingua è Antonio Padoan, il direttore generale dell’Ulss veneziana già in causa di lavoro con la Regione: «Zaia continua a scherzare con le regole e il diritto, il suo accanimento verso i dg della sanità è deleterio. Io non farò ricorso e continuerò a perseguire gli obiettivi aziendali, non per gli incentivi ma per orgoglio professionale, certo è una situazione umiliante e, a proposito di rigore, rivolgo al presidente una domanda: perché ai funzionari distaccati presso la segreteria della sanità sono concessi aumenti fino a 3 mila euro mensili?». La frecciata è diretta al segretario Domenico Mantoan (con il quale il veneziano è in rotta di collisione) ma neppure quest’ultimo fa i salti di gioia: aveva concordato un premio dell’8% per i direttori, 10 mila euro circa. È stato raggiunto in vacanza da una sgradita sorpresa.
Il Mattino di Padova – 8 agosto 2012