Sul braccio di ferro in atto tra medici di base e Regione parla per la prima volta il governatore Luca Zaia: «Noi non cerchiamo la rissa, i dottori di famiglia sono parte integrante della sanità veneta e con loro bisogna dialogare. Non è bello vedere negli ambulatori volantini in cui si dà dell’incapace alla Regione nella gestione della sanità, ma da tutto ciò si esce pensando che al primo posto bisogna mettere la tutela del paziente. Io non getto la spugna, credo ancora nel dialogo».
Fatto sta che tra la categoria e l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, ormai si è arrivati al muro contro muro. Al punto che, qualora i camici bianchi dal 13 dicembre dovessero ripetere la serrata degli ambulatori, stavolta tre giorni a settimana come annunciato da Fimmg, Snami, Smi e Intesa sindacale, a Palazzo Balbi si valuterà l’ipotesi di una delibera atta a indire un nuovo bando di concorso per reperire altri medici di famiglia. Figure non precettabili con gli ospedalieri, come proposto da Coletto, perchè non garantiscono «servizi essenziali». Quanto agli ospedalieri, hanno superato un concorso per lavorare in corsia, quindi non possono sostituire colleghi convenzionati in studi privati.
«Se davvero sarà emanato un bando per sostituirci denunceremo Coletto per attività antisindacale — annuncia Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg —. E poi stiamo ancora aspettando dalle Usl i dati sulle mancate adesioni allo sciopero inviate dai colleghi che non vi hanno partecipato 24 ore prima dello stesso. Se entro la settimana non li avremo, alla denuncia contro i direttori generali per divulgazione di false informazioni depositata in Procura a Venezia, ne aggiungeremo una seconda per omissione d’atti d’ufficio». Intanto procede l’organizzazione del convegno nel quale i medici di base presenteranno i loro Cud, invitando Zaia, Coletto e i consiglieri regionali a fare lo stesso. Sarà moderato da Andrea Favretto del Centro studi Sintesi, riferimento della Cgia di Mestre.
Il Corriere del Veneto – 15 novembre 2017