Zaia: «Siamo pronti a pagare quanto serve per i due piani». E allo Zooprofilattico dice: «Non capisco questa involuzione»
La Regione Veneto punta dritto sul progetto di trasferimento di Ilaria Capua alla torre della ricerca della «Città della speranza» di Padova bloccato finora dall’opposizione dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie: la Giunta ha deciso oggi di stanziare il primo anticipo di un milione di euro, già pronti alla cassa. «E siamo pronti – annuncia il governatore Luca Zaia – a pagare la cifra che ci indicherà l’Ufficio tecnico erariale per i due piani, dopo la prima perizia che parla di tre milioni di euro». «Noi – ha detto – continuiamo a crederci, confidando di tutto cuore che si trovi una soluzione da parte dell’Istituto zooporofilattico, al di là dei personalismi che mi sembra abbiano avuto un peso molto rilevante sulla vicenda, alla quale non c’è stato un approccio asettico. Non si deve tirare la corda fino alla fine, perchè il rischio oggettivo è quello che la Capua, oggetto di molti corteggiamenti, se ne vada via».
Portare la ricercatrice alla torre della ricerca, per Zaia, farebbe infatti nascere «un distretto della ricerca diffuso, non in conflitto con Legnaro, ma in grado di far entrare in osmosi 250 ricercatori, compresi i 40 dello staff della Capua. Noi, come soci, pur di maggioranza, dell’istituto zooprofilattico, chiediamo quindi che si riveda bene la loro posizione, ricordando che è un’operazione a costo zero. Non capisco l’involuzione da giugno a oggi e chiedo quindi che il cda dell’istituto metta per iscritto i motivi che lo spingono a dire di no a un socio che offre un immobile».
Ansa – 20 novembre 2012
Zaia va caccia sei milioni. Obiettivo: due piani della Torre
L’eccellenza scientifica, la priorità alla ricerca, il sapere applicato. Parole altisonanti, delle quali la politica è prodiga. Ma per scongiurare la fuga dai laboratori di Legnaro della virologa Ilaria Capua, la “stella” dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie, occorrono atti concreti.
Il “suo” Dipartimento di scienze biomediche comparate – una settantina di giovani cervelli che operano su coltivazioni di virus attivi, con le esigenze di sicurezza conseguenti – richiede spazi attrezzati estesi su tremila metri quadrati e a tal fine il consiglio d’amministrazione dell’Istituto ha chiesto tre milioni al ministero della Salute: pur deliberato dal Cipe, il finanziamento non è stato ancora erogato. Così, rastrellando risorse proprie, l’istituto ha progettato la ristrutturazione di un edificio del campus ma la proposta è stata giudicata inaccettabile dalla studiosa che aspira invece a occupare due piani della nuova Torre di ricerca allestita a Padova dalla Fondazione Città della Speranza. E qui entra in ballo la Regione Veneto: a suo tempo ha deliberato l’acquisto di un piano riservandolo alla pediatria, salvo cambiarne destinazione d’uso, optando per la ricerca veterinaria. Il pagamento non è ancora avvenuto ma il governatore assicura che «non esiste un problema di fondi» e polemizza apertamente con il direttore generale dello Zooprofilattico, il docente universitario Igino Andrighetto, reo di frenare l’équipe della Capua con ostacoli burocratici e obiezioni risibili. Ma é davvero così? Luca Zaia ne sembra convinto: «Abbiamo capito che il direttore è contrario all’operazione, in due anni e mezzo di discussioni non ha fatto altro che frapporre difficoltà. Comunque l’interlocutore della Regione non è lui bensì il consiglio d’amministrazione, dal quale esigiamo una risposta chiara dopo i sì, no e nì espressi finora. Da parte nostra, confermiamo l’obiettivo di mantenere in Veneto l’attività della dottoressa Capua, non soltanto per ragioni di prestigio internazionale ma perché il suo lavoro di ricerca sulle patologie trasmesse dall’animale all’uomo ha un evidente rilevanza sociale». Difficilmente basteranno i buoni propositi… «Stiamo valutando l’acquisizione di un ulteriore piano della Torre, così da raggiungere la disponibilità richiesta, sono in corso verifiche tecniche e contabili, non ci limiteremo alle parole». Insomma, tra mobilitazioni e proclami, all’appello mancano sei milioni. E sullo sfondo, ma neanche tanto, emergono frizioni accademiche mai sopìte (leggi l’insofferenza di molti professori verso il protagonismo di una collega accolta con tutti gli onori al Quirinale e corteggiata dai Palazzi del potere) acuite dalla rivalità ormai palese tra Zaia e Flavio Tosi. A quest’ultimo il malcalpitato Andrighetto – bersagliato da ogni parte – si è rivolto per chiedere protezione e il sindaco-segretario leghista non l’ha abbandonato al suo destino, accompagnandolo anzi a un incontro (il cui esito è stato definito «rassicurante») con il direttore del settore veterinario del ministero, Romano Marabelli. La circostanza, naturalmente, non è sfuggita allo staff del governatore, lesto a cogliervi la prova dell’ennesimo sgarbo. Tant’è. La sensazione è che in fase di negoziato con il Governo, il Veneto confermi la cronica incapacità di fare squadra e conseguire l’obiettivo: una circostanza che – abbinata alla stretta micidiale in atto sul fronte della spesa pubblica – non incoraggia all’ottimismo
Il Mattino di Padova – 20 novembre 2012