Con questa decisione si conferma il mantenimento della normativa prevista dalla legge 138/74 con la quale si proibisce l’uso di latte concentrato, conservato e in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari
Roma, 6 ottobre 2011 – No all’uso di latte concentrato, conservato e in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari.
Il consiglio dei ministri ha deciso di accogliere il parere favorevole espresso dalla Commissione Agricoltura sul Decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria 2007/61 sul latte conservato o disidratato.
Con questa decisione si conferma il mantenimento della normativa prevista dalla legge 138/74 con la quale si proibisce l’uso di latte concentrato, conservato e in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari.
“Ancora una volta questo governo dimostra di voler difendere e sostenere la qualità della nostra produzione agroalimentare. Era importante impedire l’utilizzo di latte in polvere e latte concentrato al posto di quello fresco per la produzione di yogurt e formaggi. In questo modo – ha affermato – garantiamo allo stesso tempo il mantenimento di un alto standard qualitativo della nostra produzione ed evitiamo possibili contraccolpi negativi sul prezzo del latte”.
CIA: SCAMPATO PERICOLO – “Scampato pericolo per lo yogurt. Nei vasetti, come ingrediente base, troveremo ancora latte e non polvere concentrata”. Lo afferma Giuseppe Politi, presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della direttiva comunitaria 2007/61 sul latte conservato o disidratato.
“E’ una vittoria del mondo agricolo, che da subito si e’ battuto contro il tentativo di modificare la normativa prevista dalla legge 138/74 -spiega Politi- ed e’ una vittoria degli allevatori e dei consumatori, che hanno la certezza di vedere riconosciute le istanze di qualita’ e trasparenza nella fabbricazione di prodotti lattiero-caseari. Cosi’ e’ stato premiato il nostro impegno in difesa del settore”.
“In questo modo -continua il presidente della Cia- non si rischia di intaccare la genuinita’ e l’originalita’ dello yogurt ‘made in Italy’. Una garanzia che, se fosse venuta meno, avrebbe potuto compromettere il ‘boom’ dei consumi”.
QN – 6 ottobre 2011