In estate è importante fare attenzione agli insetti come zecche e zanzare, vettori di arbovirus che possono generare malattie anche pericolose. In particolare, a destare preoccupazione è la West Nile, una malattia che negli anni scorsi ha creato un certo allarmismo soprattutto in Veneto.
Come controllare la diffusione di zecche e zanzare
Ed è proprio dalla regione guidata da Luca Zaia che nelle scorse settimane è partito un vero e proprio programma per debellare i fastidiosi insetti e le malattie che si possono sviluppare nell’uomo e negli animali. Per questo è stato aggiornato il Piano Regionale di lotta alla diffusione dei virus trasmessi da zanzare e zecche. Due i documenti prodotti: “Linee operative per la sorveglianza e il controllo delle arbovirosi nella Regione Veneto” e “Piano Regionale per il controllo delle zanzare nelle aree urbane nella Regione Veneto”.
Arbovirus: i 100 nemici dell’uomo e degli animali
Sono oltre cento i virus classificati come arbovirus in grado di causare infezioni e malattie anche gravi. Tra questi l’Istituto Superiore di Sanità, che coordina le attività di monitoraggio, segnala Chikungunya, Dengue, Zika, West-Nile, Usutu, Encefalite da zecca (Tbe) e le infezioni neuro invasive da virus Toscana. Per quanto riguarda i virus West-Nile e Usutu, invece, il controllo spetta all’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise.
Contro la West Nile le istituzioni fanno rete
Prevenzione, sorveglianza, tempestività diagnostica, tutela dell’ambiente e comunicazione sono in sintesi i punti cardine della strategia messa in atto anche dall’assessore Manuela Lanzarin in Veneto per fronteggiare la diffusione della West Nile. «Il virus trasmesso dalle zanzare è presente sul territorio dal 2008, per cui da anni lo combattiamo – ricorda l’assessore -. Quest’anno però il piano di intervento prevede una più stretta collaborazione con i Comuni, le Prefetture, i Consorzi di Bonifica, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie attraverso le attività delle Aziende ULSS».
L’impegno dei Comuni per contenere la diffusione
La novità del 2023 in materia di prevenzione è rappresentata da una maggiore collaborazione interdisciplinare, una diagnosi tempestiva dei casi di infezione da arbovirus attraverso il rafforzamento delle potenzialità diagnostiche della Rete Regionale dei Laboratori di Microbiologia, interventi precoci di controllo ed eliminazione delle larve di zanzara. Infine, un impegno di Regione Veneto con azioni mirate contro zanzare e zecche, nel rispetto della salute dei cittadini, degli animali e dell’ambiente.
Sintomi e conseguenze della West Nile: anziani e fragili più a rischio
Se nella maggior parte dei casi questo virus causa una infezione asintomatica; in un 20% di persone si manifesta con febbre, mal di testa e dolori articolari. Negli anziani e nei soggetti fragili possono diventare pericolosi per il coinvolgimento del sistema nervoso centrale che può lasciare esiti permanenti o portare al decesso. «Per sensibilizzare la popolazione su possibili conseguenze delle punture di zanzare è partita lo scorso 16 giugno la campagna di comunicazione “Attenzione animali pericolosi” – fa sapere Lanzarin -. Si tratta di una iniziativa promossa dalla Direzione Prevenzione con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sui rischi per la salute che possono derivare da una puntura di zanzara o un morso di zecca. È di fondamentale importanza, perciò, che tutti i cittadini diano il proprio contributo nella lotta alle arbovirosi».
Cosa fare in caso di sintomi da West Nile
L’uomo viene infettato dal virus West Nile solo attraverso gli insetti. Il contagio non avviene mai da uomo a uomo, ma solo a contatto con animali infetti, con il loro sangue e con i tessuti. Attraverso trasfusione di sangue o trapianto di organi. Nel caso di una donna in gravidanza, può trasferire il virus al feto. Una volta infettato l’uomo, il virus si moltiplica nelle cellule del derma e si diffonde attraverso il circolo ematico a tutti gli organi del sistema linfatico. L’infezione dura circa dieci giorni, con un picco tra i quattro e i sei giorni dopo la puntura. Se il virus supera la barriera ematoencefalica, il quadro clinico peggiora verso gravi forme di meningite o encefalite.
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