La meta ambita, da status symbol, è Bruxelles. Volare diretti da Parma alla “capitale” dell’Unione europea sarebbe un segno distintivo. Doveva essere uno dei valori aggiunti portati dall’arrivo dell’Efsa a Parma.
Il tentativo fu fatto: il 25 gennaio 2005, sfidando una copiosa nevicata nella città belga, il volo inaugurale della tratta Bruxelles-Parma decollò con l’allora direttore esecutivo dell’Authority europea per la sicurezza alimentare, Geoffrey Podger seduto in poltroncina. Durò tre mesi, Club Air chiuse la rotta il 2 maggio. Motivo? Gli aerei viaggiavano vuoti.
A distanza di sette anni il ripristino del collegamento Parma-Bruxelles è una delle ipotesi più calde sul tavolo dell’ad Whelan. Ma, da quel che appare, non sembra essere una priorità basarsi sull’attività dell’Efsa per riempire i voli. Sono in corso infatti altri contatti, con grandi aziende e Pmi, per valutare se c’è una richiesta business e, in secondo luogo, si studierà il marketing per promuovere Parma in Belgio e attrarre flussi turistici dal Benelux.
Eppure Efsa movimenta persone, organizzando incontri nei vari Paesi dell’Ue. Nel 2010, sono state in totale più di 2mila le riunioni organizzate dall’Efsa, di cui il 50% si sono tenute a Parma. Nel 2011, da gennaio ad oggi, si sono svolti presso la sede di Parma 530 incontri, tra assemblee plenarie ordinarie con gruppi di esperti scientifici e gruppi di lavoro, visite da parte di ospiti di alto livello, colloqui scientifici e riunioni consultive per promuovere il dialogo e lo scambio di informazioni con le parti interessate e le reti dell’Autorità. Quattro sono stati i management board.
Tutti questi incontri, in cui spiccano i panel scientifici e le trasferte del personale dipendente verso l’estero, hanno portato l’Efsa a spendere 1 milione e 150mila euro, nel 2010, in servizio di trasporti shuttle da Parma verso gli aeroporti del nord, principalmente Linate, Malpensa, Bergamo e Bologna.
C’è da chiedersi se non sia il caso di incrociare meglio domanda e offerta tra Efsa e aeroporto Verdi. Ad ogni modo, con o senza Efsa, Sogeap deve invertire la rotta, dopo aver accumulato perdite per 26,5 milioni in sette anni. La austriaca Mainl Bank – che si è ritrovata in casa la quota di maggioranza della Sogeap, acquisita nel 2008 dalla controllata Mainl Airports, liquidata dopo un contenzioso – ha tergiversato un anno prima di confermare gli investimenti per dare stabilità allo scalo parmigiano. Il modello cui si guarda dalle finestre del Verdi è Pisa (4 milioni di passeggeri e 3,5 milioni di utile) che, dicono, ha un bacino potenziale uguale a quello di Parma. L’impressione è che il contesto territoriale e la concorrenza siano diverse sulla via Emilia rispetto alla Toscana.
ll Sole 24 Ore – CentroNord 2/11/2011