Repubblica. In Toscana 600 persone al minuto provano a prenotare un tampone: che si abbiano sintomi, che si sia contatti di positivi o che si debba verificare la negativizzazione, la risposta è sempre la stessa: non c’è posto, tocca aspettare. In Lombardia sembra essere tornati indietro di un anno, con migliaia di persone costrette in casa a quarantene lunghissime per l’impossibilità di fare il tampone. A Roma, i medici lanciano l’allarme: mancano i reagenti, rischiamo di fermarci.
«Ci sembra di lottare contro i mulini a vento. Bisogna assolutamente che si modifichi questa storia dei tamponi. È inaccettabile vedere chilometri di code in strada sapendo che parte di questa attività, con questa circolazione del virus, rischia di essere inutile», dice il governatore del Veneto Luca Zaia, uno dei firmatari del documento con il quale la Conferenza delle Regioni chiede al governo di andare ben oltre l’ipotizzata riduzione della quarantena per i contatti diretti dei positivi secondo il modello 5 giorni (per i vaccinati con tre dosi), 7 giorni (per chi ha solo due dosi), 10 giorni per i non vaccinati. Nel giorno in cui per la prima volta i tamponi in Italia superano quota un milione in 24 ore, le Regioni alzano bandiera bianca: il tracciamento è ormai saltato ovunque e il sistema dei tamponi è ingestibile, con code di ore davanti alle farmacie e auto in fila per chilometri agli hub che ormai fanno più test che vaccini. Da qui la richiesta al Cts (che difficilmente verrà accolta in questi termini) di una sorta di “liberi tutti” per i vaccinati con tre dosi, contatti di positivi, che i governatori vorrebbero esonerare dalla quarantena sostituendola con una “autosorveglianza” e Ffp2 obbligatoria.
Le Regioni vorrebbero anche un fine isolamento “smart” per i positivi (10 giorni) senza bisogno di passare per un tampone negativo. In Toscana, il presidente Giani (lui stesso in quarantena per un contatto con un familiare positivo) si è già portato avanti stabilendo che basta un tampone rapido per certificare malattia e guarigione.
Richieste forse troppo ardite quelle dei governatori nel giorno in cui l’Italia polverizza tutti i record con oltre 78.000 nuovi contagi in 24 ore (28.000 solo in Lombardia) e le vittime sopra quota 200. La variante Omicron galoppa spedita e si stima che abbia già superato il 50% dei casi mentre quasi tutte le Regioni fanno registrare numeri mai visti di positivi, tanto che 13 su 21 sono ormai sopra soglia sia sulle terapie intensive che sui reparti ordinari e tre, Liguria, Calabria e Marche, vedono all’orizzonte il passaggio in zona arancione. Gli attualmente positivi si avvicinano a 500.000 portando ad almeno 2,5 milioni la stima delle persone in quarantena.
Da qui l’urgenza dell’intervento del governo che oggi, subito dopo aver ricevuto dal Comitato tecnico scientifico la risposta al quesito rivolto, delibererà la riduzione della quarantena per le persone vaccinate con due o tre dosi che siano entrate in contatto con dei positivi lasciando invece inalterata quella per i No Vax.
Tutta da valutare invece l’ipotesi di accorciare l’isolamento per i vaccinati contagiati e la loro liberazione senza tampone. Sul tavolo del governo anche un intervento per calmierare i costi delle mascherine Ffp2 che l’ultimo decretro ha reso obbligatorie su tutti i mezzi di trasporto ma anche al cinema, al teatro, allo stadio. Negli ultimi giorni stanno diventando introvabili: Federfarma segnala un +70% di vendite ed è già partita la corsa al rialzo dei prezzi ( fino a 3 euro) e l’immissione sul mercato di interi stock di dispositivi non certificati. Venduti sul web ma anche sulle bancarelle insieme a cover per cellulari e ad aste per selfie: ieri a Milano ne sono state sequestrate mille a un ambulante filippino che le vendeva nei pressi del Duomo a 7 euro l’una.