“Progressi della scienza arischio col divieto di sperimentazione sulle cavie”. Gli animalisti li hanno chiamati “assassini”. Il Parlamento ha approvato una legge che vieta una serie di sperimentazioni sulle cavie. I medici ricercatori questa volta reagiscono, e contro la norma «che mette in pericolo la scienza nel nostro Paese» stanno inondando il governo di lettere di protesta.
Alla mobilitazione hanno aderito 3mila scienziati di Airc (ricerca sul cancro), Telethon (malattie genetiche), Aism (sclerosi multipla), i direttori degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico che si occupano di tumori, l’Alleanza contro il cancro, il Gruppo 2013 (i ricercatori con più pubblicazioni all’attivo), il direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri Silvio Garattini (che ha scritto una lettera aperta al ministro della Ricerca), mentre la virologa e deputata Ilaria Capua, che sequenziò e rese pubblico il genoma del virus dell’aviaria, ha scritto al governo affinché non approvi così com’è la legge delega licenziata dallaCamera il 31 luglio.
La norma — che era già stata approvata dal Senato — recepisce una direttiva europea del 2010, che in quasi 50 pagine regolamenta ogni aspetto dell’uso delle cavie nei laboratori. Il testo di Bruxelles (a sua volta frutto di anni di braccio di ferro fra ricercatori e animalisti) vieta che le procedure sulle cavie siano svolte senza anestesia, fissa gli standard per l’allevamento, chiede che i ricercatori ottengano l’ok di un’autorità competente prima dei test. E vieta ai Paesi membri di imporre norme ancora più restrittive.
Di fronte a quest’ultima clausola il nostro Parlamento ha fatto orecchie da mercante. Il testo varato a fine luglio contiene infatti ulteriori vincoli. Prima di ogni iniezione (come i prelievi di sangue) alle cavie dovrà essere somministrato un sedativo per bocca. Sono vietati allevamento e uso di cani, gatti e primati. Vengono proibiti gli xenotrapianti e le ricerche sulle tossicodipendenze. Al governo, che dovrà prendere la decisione finale, i ricercatori chiedono di tornare al testo di Bruxelles. «Altrimenti siamo pronti ad avviare una procedura di infrazione di fronte all’Ue» annuncia Roberto Caminiti, neurofisiologo della Sapienza.
Se l’uso di cani, gatti e scimmie è già ridotto (nella maggior parte dei test si usano i roditori), a preoccupare di più i ricercatori è il divieto di xenotrapianto. Con questo termine non si intende tanto la sostituzione di organi interi da una specie all’altra. Ma un’altra tecnica assai usata: il trapianto di un piccolo numero dicellule dei tumori dell’uomo nei roditori. Da una dozzina d’anni questo è uno dei metodi più usati per testare i trattamenti oncologici innovativi. «Da sola, quella norma, cancella l’intera ricerca sulle nuove terapie contro il cancro. L’Italia si prepari a chiudere il 60% della sua attività in campo oncologico e tutti gli studi sulle staminali» sintetizza Pier Giuseppe Pelicci, che dirige l’oncologia sperimentale allo Ieo di Milano.
«Gli italiani l’anno scorso ci hanno affidato 100 milioni perché li investissimo in lotta ai tumori » spiega Niccolò Contucci, direttore generale dell’Airc. «A chi diamo ora quei fondi? A ricercatori stranieri? La ricerca di base può funzionare con l’informatica e gli studi in vitro. Ma la parte applicativa purtroppo non ha alternative agli animali di laboratorio ». Per Giuliano Grignaschi, responsabile dello stabulario delMario Negri, «Somministrare un analgesico prima di un’iniezione è eccessivo. Non si fa neanche con i bambini. La direttiva è molto equilibrata: l’anestesia è obbligatoria quando il dolore della procedura supera quello di una puntura». Che il testo Ue sia un buon compromesso è convinzione di Francesca Pasinelli, direttrice generale di Telethon: «Il testo ruota attorno a due presupposti. Che la sperimentazione su un essere vivente sia necessaria prima dell’approvazione di una terapia. E che salvare una vita umana sia più importante che salvare una vita animale». Secondo un’indagine Ipsos dell’anno scorso in Italia il 32% delle persone ritiene la sperimentazione scientifica sugli animali del tutto accettabile, il 24% abbastanza accettabile, il 21% poco accettabile e il 21% pernulla accettabile.
In Europa
Le procedure sono classificate per gravità (prima decideva il ricercatore). Se il dolore supera quello di una puntura va fatta l’anestesia. Gli esperimenti sono elencati in un sito per evitare duplicazioni
In Italia
Prima di un’iniezione va dato un analgesico per bocca. Vietato allevare e usare primati, cani e gatti.
Gli xenotrapianti sono proibiti. Vietato l’uso di qualunque cavia per le ricerche sulle tossicodipendenze
Repubblica – 13 agosto 2013