Madi, l’orso col radiocollare, si è presentato in faccia alla città, osservandola dall’alto, precisamente dalla costa di Serravalle, dove i cacciatori dispongono di un pianerottolo dal quale distribuiscono grano per gli animali. L’orso ha annusato, si è alzato in piedi fino all’altezza di un metro e mezzo, si è appoggiato ad un tronco d’albero, unghiandolo (e quindi lasciando tracce evidenti), e gettando a terra l’alimentatore della riserva di caccia.
Il posto è vicino a località Agnelezza, dove don Giovanni Dan ha improvvisato, a suo tempo, una grotta- santuario, molto frequentata da devoti e camminatori. Madi è seguito, nei suoi tragitti, dai forestali e dall’Università di Udine, che lo tengono d’occhio tutti i giorni, anzi di notte quando preferisce spostarsi. In territorio di Fregona era già stato più di un mese fa, quando una mattina i cacciatori telefonarono, alle 4.30 al sindaco Giacomo De Luca, avvertendolo dell’eccezionale visita. «Chi di dovere mi ha assicurato che l’animale non è pericoloso per l’uomo, quanto per le bestie. Non vorrei – mette le mani avanti il sindaco – che gli allevatori si circondassero di nuovi recinti». Ma è proprio questo che potrebbe accadere in Cansiglio e lungo le sue pendici. In una riunione, l’altra sera, gli esperti della Regione hanno infatti consigliato ha chi ha mandrie sull’altopiano del Cansiglio (ma non solo) ad attrezzare l’allevamento di un doppio recinto, con maggiore carica di elettricità per tener lontano Madi o altri orsi che dovessero presentarsi. Paolo Casagrande, presidente del sindaco Anpa, ha chiesto ai forestali di lanciare un sms a chi ha animali lungo i trafitti di Madi quando questi fa capire in quale direzione si muove, in modo da preavvertirli. L’animale, infatti, nei giorni di Pasqua ha sbranato cinque pecore nella conca dell’Alpago. Il vittoriese Michele Bastanzetti ha intrapreso una caccia fotografica a quello che chiama «il mio amico Madi»: di notte va a cercarlo in determinati siti della foresta del Cansiglio, anche se l’animale è stato segnalato, alla vigilia dell’adunata degli alpini a Polcenigo. «Evidentemente voleva partecipare anche lui al raduno, ma è ritornato sui propri passi avendo riscontrato che c’era troppa confusione» sorride Bastanzetti. (f.d.m.)
Tribuna di Treviso – 13 maggio 2014