di Claudio Baccarin. Sono 248, tra vitalizi (202) e assegni di reversibilità (46), le “pensioni” che vengono erogate mensilmente agli ex-consiglieri regionali e alle loro vedove. Un pacchetto significativo che, a partire da giugno 2015, si è ulteriormente ampliato, grazie alla maturazione del diritto al vitalizio da parte dei politici che hanno concluso la nona legislatura e che non si sono ricandidati o che non sono stati rieletti.
Proprio nel gruppo dei neo-pensionati troviamo l’ex-consigliere regionale che vanta l’importo netto medio mensile più cospicuo: si tratta di Piergiorgio Cortelazzo, che ha fatto parte del consiglio (prima con Alleanza Nazionale, poi con il Popolo della Libertà e infine con Forza Italia), che ha fatto parte dell’assemblea di Palazzo Ferro-Fini dal 2000 al 2015.
Nel plotoncino figura anche l’ex presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato (2.398,63 il suo assegno mensile), che pure, nella scorsa legislatura, si è fatto promotore del “contributo di solidarietà” istituito con la legge regionale 43/2014, poi attuata attraverso una delibera dell’ufficio di Presidenza, con la quale si è disposto il taglio (con percentuali crescenti in base all’importo della “pensione” degli assegni pagati agli ex consiglieri con un reddito superiore a 29.500 euro.
Un esempio concreto? Giorgio Carollo, già consigliere e assessore regionale democristiano, poi europarlamentare di Forza Italia, riscuoteva nel novembre 2014 – cioè prima del “contributo di solidarietà” – un assegno mensile di 3.976,38 euro. Nel febbraio 2015, cioè dopo il “taglio”, Carollo, 71 anni compiuti il 30 marzo si è visto ridurre l’assegno a 3.713,40. L’anno passato Carollo, che vanta pure un vitalizio da ex eurodeputato, si è visto liquidare 41.649,50 euro netti, il che significa 3.470,79 euro. Facendo i conti, si tratta di una riduzione di più di 500 euro al mese.
Curioso il caso di Massimo Giorgetti, vicepresidente dell’assemblea veneta, che ha presentato tempestivamente la domanda di vitalizio e che, nel mese di giugno, si è visto liquidare 1.342,85 euro, prima di tornare agli 8.345 euro dell’indennità di consigliere regionale. Va ricordato che parlamentari ed europarlamentari in carica non hanno diritto al vitalizio regionale: è il caso di Giancarlo Galan, cui potrebbe essere riassegnato in caso di decadenza da deputato (ma il beneficio è nel mirino della Procura della Corte dei Conti) e di Flavio Zanonato, che siede nell’assemblea di Bruxelles. Intanto Aldo Bottin, presidente nazionale dell’associazione degli ex consiglieri regionali, difende il diritto al vitalizio. «Non sarebbe costituzionale – ha detto in audizione alla Camera -un intervento retroattivo».
Il Mattino di Padova – 7 aprile 2016