Slittato lo ius soli, sgradito ai centristi e poco popolare, i 5 Stelle, che apprezzano l’affossamento di quel provvedimento, vanno all’attacco sui vitalizi. Luigi Di Maio si incarica di lanciare l’attacco, con lungo elenco di «beneficiati» e annessa gaffe su una persona defunta data per viva. Il Pd non si tira indietro nella rincorsa populista, attacca i 5 Stelle ma promette di accelerare. Con un passaggio chiave: non sarà più una legge (ne aveva presentata una Matteo Richetti), ma una delibera (che riduce i vitalizi per tutti) di ufficio e consiglio di presidenza di Camera e Senato. Un modo per accelerare ed evitare l’ennesimo nulla di fatto in un Parlamento ormai agli sgoccioli.
Di Maio si presenta agguerrito alla conferenza stampa. Ha con sé un foglietto con black list, fior da fiore di quei 2.600 ex parlamentari «che costano 215 milioni di euro all’anno». Ci sono Clemente Mastella (6.939), Vittorio Sgarbi (4.943), Ilona Staller (2.231) e Gianni Rivera (5.200). Di Maio fa cenno a «un certo Boneschi, che si è fatto un giorno in Parlamento ma prende 3.108 euro al mese». Scivolone sgradevole. Perché Boneschi è morto l’anno scorso e non era un tale qualunque: era un militante radicale, fondatore del Centro di iniziativa radicale Pietro Calamandrei, nonché difensore dei familiari di Giorgiana Masi, la ragazza radicale uccisa durante gli scontri su Ponte Garibaldi nel ‘77. Boneschi rimase in carica un solo giorno (i radicali facevano la rotazione degli incarichi, non per motivi di vitalizio) e si dimise, come raccontò, per «non intralciare la riapertura del procedimento» contro i poliziotti accusati dell’omicidio.
Sulla lista ironizza Walter Rizzetto, ex 5 Stelle: «Di Maio si è dimenticato Di Pietro (4.002) e il giudice Imposimato (4.581)», considerati vicini a Grillo. Ma Alessandro Di Battista rincara la dose: «Hanno abolito il corpo forestale e non toccano i vitalizi! È folle!».
Comunque sia, il Pd contrattacca. Ettore Rosato annuncia: «A ore proporremo la soluzione definitiva». E Richetti spiega la strategia: «In queste condizioni una legge potrebbe portare a una nulla di fatto, quindi gli uffici di Presidenza di Camera e Senato possono deliberare, producendo ciò che la legge dispone: ovvero un nuovo importo degli assegni secondo un ricalcolo dei vitalizi». Succederà tra un paio di giorni. Con una avvertenza: non saranno tagli lineari sugli scaglioni più alti, ma una riduzione per tutti. Conclude Richetti: «Di Maio è vicepresidente, intervenga anche lui». E intanto Beppe Grillo annuncia che il 22 settembre a Rimini verrà annunciato il candidato premier: «un momento storico».
Alessandro Trocino – Il Corriere della Sera – 18 luglio 2017