Roberto Giovannini. Visite fiscali, si cambia. Dal primo settembre l’Inps avrà infatti la competenza esclusiva dei controlli anche per i lavoratori del settore pubblico, e non più solo per quello privato. Ma la vera novità sarà la possibilità di far scattare per i pubblici dipendenti visite fiscali sistematiche e a ripetizione, anche due volte o più nella stessa giornata, in tutti i casi in cui l’assenza capita di lunedì, venerdì o a ridosso delle feste.
Si tratta di una innovazione che potrebbe togliere un po’ di tranquillità a certi «pubblici» che per una ragione o per un’altra «organizzano» le loro giornate di malattia per approfittare delle festività per costruire strategicamente dei periodi di ponte o per svolgere altre attività. A parte la leggenda nera che vuole l’impiegato pubblico per definizione assenteista – in grande maggioranza lavorano seriamente, e il problema semmai è che vengono fatti lavorare male – è comunque un dato di fatto che l’assenteismo nel settore pubblico sia sensibilmente maggiore di quello registrato nel privato. E alcuni episodi, come il famoso Capodanno 2015 in cui tantissimi vigili urbani di Roma si misero malati, hanno lasciato polemiche e strascichi.
Per provare a modificare certi comportamenti scatterà così dal primo settembre il via libera al «Polo unico della medicina fiscale» sotto l’egida dell’Inps, che dunque accentrerà l’attività dei controlli fiscali sia per i dipendenti privati che per quelli pubblici, finora «vigilati» dalle Asl. Cambierà dunque il sistema dei controlli. come stabilito dal decreto sugli accertamenti che fa seguito alla riforma Madia. Un provvedimento allo studio dei ministeri della Pubblica amministrazione e del Lavoro, che affianca le linee guida per la messa a punto degli accordi tra medici fiscali e Inps.
L’obiettivo è quello di creare una rete capillare di «camici bianchi» in grado di coprire i fabbisogni su tutto il territorio, compensando gli squilibri attuali. In campo ci sarebbero 1.300 professionisti, da incentivare con premi misurati sul numero delle visite, sempre con l’obiettivo di disincentivare i «furbetti» dell’assenza seriale o strategica.
Da venerdì si parte con una fase sperimentale. Per adesso i controllori sono quelli di sempre, e restano anche le diverse fasce orarie tra pubblico e privato in cui il dipendente deve essere reperibile a casa: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 per i dipendenti privati, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 per i pubblici. Si apre, come detto, invece alla possibilità di bussare alla porta del dipendente assente anche due o più volte. Una novità assoluta per il lavoro pubblico, ma in via di principio anche per il privato. La visita si ripeterà soprattutto nei casi di «alert», ovvero quando il sistema informatico dell’Inps, sulla base della storia personale del lavoratore, segnalerà un sospetto.
Detto questo, non è detto che almeno inizialmente il sistema di controlli a ripetizione e «mirati» entri in azione in modo davvero efficace. Molto dipenderà infatti dalle risorse effettivamente disponibili per il nuovo sistema di verifiche. Vale la pena di ricordare infine che dalle nuove regole saranno esclusi i dipendenti di forze armate, forze di polizia, Vigili del Fuoco, degli enti pubblici economici, degli enti morali e delle aziende speciali. Esclusi anche i lavoratori con una istruttoria in corso per il riconoscimento di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale.
La Stampa – 30 agosto 2017