Assessori comunali, consiglieri provinciali, addirittura un ex assessore regionale. C’erano i vertici del Pdl di Rovigo, ieri, in Corte d’appello per essere sentiti dal presidente Sergio Gorjan sul tema spese elettorali di Marialuisa «Isi » Coppola.
Mancava il marito Fabrizio Ferro, che pur era in lista tra i quindici testi da ascoltare, ma si sono presentati solo in nove e tra questi non c’era Ferro.Tutti militanti del partito e anche due dipendenti regionali, entrambi della segreteria dell’assessore Coppola.
Ma il più atteso era l’ex democristiano Giulio Veronese, a lungo assessore all’agricoltura della giunta di Carlo Bernini e decaduto nel 1993 dopo una sentenza passata in giudicato: era stato condannato per associazione a delinquere e truffa. E il destino vuole che a sostituirlo, allora, in Consiglio regionale era stato chiamato Renzo Marangon, rodigino del Pdl, colui che ha scatenato la guerra giudiziaria contro la Coppola. L’assessore regionale alle attività produttive della giunta Zaia deve rispondere di aver speso ben più dei 40 mila euro previsti dalla norma per farsi eleggere e per non aver dichiarato un contributo era già stata condannata dalla Corte d’appello di Venezia a pagare un’ammenda di 7500 euro.
Ma la Corte di cassazione ha annullato la sentenza ritenendo che chi l’aveva denunciata «aveva analiticamente indicato le attività e le iniziative elettorali della Coppola con relativi costi presumibili, per importi ben superiori a quelli dichiarati (…) aveva offerto un principio di prova sufficiente a far scattare l’onere probatorio contrario in capo alla Coppola». Così, i testi di ieri. Veronese ha riferito di aver organizzato un solo incontro alla pizzeria «Petrarca» di Boara Pisani, ma senza cena. L’attuale assessore comunale di Rovigo Andrea Bimbatti ha spiegato di averla sostenuta ma avrebbe aggiunto di non sapere chi ha pagato le sue spese per la campagna elettorale.
Il commercialista e consigliere comunale provinciale Filippo Carlin avrebbe raccontato di averle fatto spesso da autista, giurando che in ogni occasione Isi Coppola scendeva dall’auto lasciando borsa e portafoglio e quindi non avrebbe potuto certo aver pagato lei.
L’assessore di Porto Tolle Raffaele Crepaldi, la dipendente regionale Virginia Taschini e la vicentina Lorenza Arzenton, che dall’assessorato della Coppola avrebbe ottenuto consulenze per 200 mila euro, avrebbero riferito di aver sentito dire da altri che noci, aglio e altro distribuite in confezioni durante la campagna elettorale sarebbero state prodotte dal marito dell’assessore, che però svolge l’attività di allevatore di bestiame, oltre ad essere presidente del Consorzio di bonifica Delta Po-Adige.
Terminati gli interrogatori, il presidente Gorjan ha rinviato al 16 aprile, giorno in cui gli avvocati Maria Grazia Romeo per chi accusa e Alfredo Bianchini per la Coppola discuteranno la causa.
Giorgio Cecchetti – Il Mattino di Padova – 15 gennaio 2013