Otto medici passano l’esame e vincono la selezione pubblica indetta dalla Regione Veneto, ma l’Ulss 1 si oppone e non li assume negando loro il posto fisso.
Il calvario di otto camici bianchi che dopo aver vinto il concorso sono stati lasciati a casa dall’azienda sanitaria del San Martino
Passano l’esame e vincono la selezione pubblica indetta dalla Regione Veneto, ma l’Ulss 1 si oppone e non li assume negando loro il posto fisso.
Un calvario che va avanti da 4 anni per 8 medici dell’emergenza sanitaria. La vicenda è finita davanti al giudice del lavoro di Belluno. L’ultima fase dello scontro giudiziario si è consumata nelle scorse settimane.
«La Regione spiegano i legali dei medici -, con delibera del 2007, aveva deciso di procedere all’assunzione di 30 camici bianchi, già in servizio con contratti di lavoro autonomo presso le Ulss venete, con l’intento di razionalizzare il servizio e migliorarne la qualità abbattendo i costi. Tutte le Ulss venete hanno adempiuto a detta delibera, ormai da anni, procedendo all’assunzione dei medici, ma non l’Ulss di Belluno».
Si è aperto così un contenzioso in cui i medici chiedono di essere inquadrati nell’organico al pari di tutti gli altri colleghi vincitori della selezione.
Nel resto del Veneto la maggioranza è stata assunta tra maggio e giugno del 2008. A Belluno, la prima udienza si è tenuta a novembre 2011. Il procedimento riguardava 6 persone. «L’Ulss di Belluno proseguono gli avvocati -, citata innanzi al giudice del lavoro, tra le molte contestazioni ha affermato anche che la delibera della Regione Veneto è errata ed illegittima, rifiutandosi quindi di darvi attuazione.
Nel mezzo di questo scontro istituzionale, il Tribunale di Belluno si è pronunciato con ravvicinate sentenze di opposto parere, pur trattandosi della stessa questione: in un caso ha ordinato all’Ulss di assumere i medici interessati, in un altro ha dichiarato nulla la procedura di assunzione operata dalla Regione, procedura che, comunque, era sempre la medesima». «È la stessa Regione spiega Marco Mazzella, consigliere regionale di Anaao Assomed a sostenere che sarebbe più opportuno assumere gli 8 medici anche per sopperire mancanza di organico nei Pronto soccorsi. Perché solo Belluno? Rimane il punto interrogativo. Forse all’Ulss 1 finora ha giovato avere delle figure intercambiabili con un carico normativo minore e per poterle utilizzare in forme più elastiche. Probabilmente ha bisogno di battitori liberi che possono svolgere attività che un dipendente non può fare come i turni di servizio particolarmente lunghi che vengono ricompensati economicamente, ma che non sarebbero corretti da un punto di vista professionale e per la sicurezza dei pazienti. Alcune funzioni, oltre a quelle previste dal contratto base, devono essere normate tra sindacati e azienda con i patti aziendali e questo a Belluno non è stato fatto. Questi medici si sentono lavoratori di serie b. Hanno meno tutele per malattia e previdenza, minori ore di ferie e di studio». Tutte le parti ora ricorreranno in appello.
Gazzettino di Belluno – 26 aprile 2012