Ricostruita la dinamica della disgrazia mancata l’altro giorno in Val d´Assa, dove un veterinario è finito con l‘auto nella piena. I residenti: «Qui tutti sanno che non è sicuro quel guado. Il buon senso dovrebbe indurre i forestieri a chiedere informazioni»
«Tra cento metri girate a destra e proseguite diritti». E così si è ritrovato nel torrente. È stato il navigatore satellitare a far correre un pericolo mortale a un veterinario lombardo in missione lavorativa in Valdastico. La carrabile che attraversa il letto dell´Assa poco prima di Pedescala è solo una striscia di cemento che attraversa un corso d´acqua quasi sempre in secca. I residenti sanno delle improvvise valanghe d´acqua e detriti che è capace di riversare in caso di pioggia. Non poteva conoscerle invece un forestiero, come il professionista di 60 anni, di Pavia, che l´altro giorno è rimasto intrappolato con la sua Mercedes. Non è stato trascinato via dalla furia delle acque solo per una coincidenza fortuita e per il coraggio dimostrato da un bravo carabiniere della stazione di Arsiero.
L´automobilista è stato tradito dalla pessima giornata e dal satellitare. Una circostanza inquietante. «Mi occupo di manutenzione di dighe e mi capita spesso di dover guadare torrenti con il camion – fa presente Giorgio Canale – Ma è una norma di buon senso informarsi sulla pericolosità dei corsi d´acqua con chi li conosce».
«Se il veterinario si fosse fermato a chiedere a qualcuno, tutti gli avrebbero potuto suggerire di non arrischiarsi e proseguire a piedi», fa presente Italia Giacomelli. «Noi lo sappiamo bene che è pericoloso attraversare se piove», afferma Aldo Toldo.
I buontemponi di paese, non conoscendo le generalità dell´uomo intrappolato per oltre un´ora, lo hanno già ribattezzato “Mosè”. Solo che il biblico nome significa “salvato dalle acque”, mentre in questo caso un fiumiciattolo stava per costargli la vita. Si sa che il professionista stava percorrendo quella strada che si snoda per poche decine di metri dopo il ponte di Pedescala verso gli allevamenti della Val d´Assa. Quella che attraversa il letto del torrente è l´unica strada carrabile per raggiungere quella zona. Il navigatore satellitare non poteva sapere che, in caso di pioggia, nessuno da quelle parti guada il torrente in auto, ma tutti utilizzano la passerella pedonale poche centinaia di metri più in basso, dopo le ultime case della frazione di Barcarola. Molti infatti, come Renzo Dal Pozzo e Roberto Protto, ricordano ancora che negli anni Settanta un tir diretto ad una cava di ghiaia dall´altra parte della valle era stato trascinato via dalla furia delle acque. Anche in quel caso il camionista si salvò.
Il veterinario, trovandosi di fronte al torrente in piena, deve aver pensato di non avere altra scelta se non tentare un disperato attraversamento. In fondo si trattava di pochi metri. L´aveva già guadato qualche giorno prima, quando però l´Assa era poco più che un rigagnolo.
Tuttavia, data la forma a cunetta del guado, l´acqua si è fatta sempre più alta, fino ad essere aspirata dalle prese d´aria del motore. A metà dell´attraversamento, dunque, l´uomo si è ritrovato con l´auto in panne, in balia di una furiosa corrente che gli impediva persino di aprire le portiere del veicolo ed a pochi metri da una cascata artificiale.
Senza perdersi d´animo ha chiamato i soccorsi e sul posto sono giunti i carabinieri di Arsiero. Uno dei militari si è spinto nel torrente fino a raggiungere la Mercedes ed ha aiutato l´anziano ad uscire attraverso il finestrino per poi riportarlo a riva sano e salvo.
Il veterinario ha ipotizzato che sia stato il carico di alcune decine di chili di prodotti farmaceutici nel bagagliaio a dare più peso alla macchina impedendo alla corrente di trascinarla via. La coincidenza e il coraggio di un carabiniere gli hanno salvato salvato la vita.
«Sarà meglio mettere un cartello per avvertire incauti automobilisti del pericolo in cui si incorre attraversando un torrente in piena». A parlare è Alberto Toldo, sindaco di Valdastico, rimasto esterrefatto di fronte alla vicenda a lieto fine, che ha strappato un sorriso a tutta la vallata. «È quantomeno sorprendente che si possa dimostrare tanta leggerezza di fronte ad un torrente in piena», ha commentato il primo cittadino. Pur dicendosi conscio del dramma sfiorato su quel guado, Toldo ritiene che l´attraversamento a cunetta rimanga a tutt´oggi la soluzione migliore per superare il letto del corso d´acqua: «Ci può essere pericolo solo dopo abbondanti piogge e la conformazione della strada permette di capire immediatamente la condizione del guado ed eventualmente fare marcia indietro» fa presente il sindaco. Non si prospetta pertanto la necessità di costruire un ponte, anche perché la passerella pedonale si trova lì vicino. «Sarà il caso di segnalare come superare a piedi con agio per evitare che situazioni del genere si ripetano
Il Giornale di Vicenza – 1 dicembre 2012