Il meccanismo avviato doveva digitalizzare le diagnosi. Inviata una raccomandata alla ditta informatica per notificare la disdetta di contratti per 10 milioni La Fondazione Cariverona ne aveva già erogati 5.
Ora il contratto sta per essere risolto. Alert, basta. Il tormentone informatico che va avanti da oltre 6 anni è ormai alla frutta. Il dg Ermanno Angonese ha spedito alla ditta fornitrice, la Sigma Informatica di Marghera, una raccomandata con la disdetta del contratto: «Sono state commesse inadempienze così gravi – spiega – che ci hanno indotto a risolvere il rapporto». Non solo la fine di un matrimonio che avrebbe dovuto consegnare da anni al San Bortolo un sistema ‘paperless’ all’avanguardia per digitalizzare in toto il percorso diagnostico-terapeutico del paziente, ma ora, addirittura, l’Ulss mette le mani avanti: «Chiederemo i danni». Insomma l’idillio con l’azienda veneziana è finito nel peggiore dei modi. Gli addebiti, secondo Angonese, sono impietosi: «Ritardi incredibili, stati di avanzamento indefiniti, lavori non collaudabili». Una svolta clamorosa, dopo che a lungo si era esaltata l’eccellenza del software commercializzato da Sigma ma inventato da una società portoghese, l’Alert life sciences computing di Oporto, e dopo che da un pezzo si era dato il via alla sperimentazione. L’ing. Lucio Sartori, direttore informatico dell’Ulss, conferma: «I tecnici di Alert non ci davano i supporti richiesti per attivare il sistema e apportare modifiche. Tempi troppo lunghi per testarlo. Da quando si sollecitava un intervento a quando arrivavano passavano mesi. Ma noi ci siamo tutelati. Abbiamo messo nero su bianco tutte le carenze». Si sono persi anni. Trasferte all’estero, giornate di formazione, riunioni su riunioni. Tutto per nulla. L’informatizzazione globale del San Bortolo resta una incompiuta. Unica nota positiva: a parte le spese per mandare medici e tecnici in Portogallo a visionare il software, e i costi per qualche impianto, l’Ulss non ha speso nulla. Non si sono sprecati altri denari. Neppure un anticipo. «Il pagamento – precisa Angonese – era condizionato all’avvenuto collaudo». Degli oltre 10,25 milioni pattuiti in base al contratto stipulato a dicembre del 2009 Sigma Informatica non ha visto nemmeno un euro. L’installazione di Alert era stata, infatti, congegnata in due stralci: il primo – come detto – in pronto soccorso e in medicina, il secondo in tutto l’ospedale e a Noventa. Per il primo l’Ulss avrebbe sborsato 3,785 milioni, per il secondo 6,467 milioni. Ma tutti questi soldi ora restano nel salvadanaio di via Rodolfi.
Il Giornale di Vicenza – 31 maggio 2013