Si sta per chiudere la vicenda cominciata nel 2005. L’Amministrazione ha approvato l’abbattimento dell’immobile che sorge in Valletta del Silenzio. La spese dovranno poi essere coperte dai privati
Centomila euro. Centesimo più, centesimo meno. Tanto costerà al Comune, per il momento, l´abbattimento della stalla abusiva che sorge in Valletta del Silenzio. Al termine di permessi, ricorsi al Tar e ordinanze, sembra sia giunto il momento di scrivere il capitolo conclusivo di una storia infinita, cominciata otto anni fa.
L’OPERAZIONE. La parola fine è stata scritta dalla giunta, che ha approvato una delibera per «incaricare il settore edilizia privata di stabilire, con propria determinazione, le modalità e i termini per l´esecuzione dei lavori necessari per procedere alla demolizione d´ufficio dell’immobile abusivo in questione». La decisione è drastica e costosa. L’amministrazione, dopo aver contattato Aim Valore Città per richiedere una «valutazione tecnico-economica» ha impegnato la somma di 75.748 euro più Iva. Il che significa circa 100 mila euro.
LA RISCOSSIONE. La cifra al momento è stata messa a bilancio, al capitolo ragioneria. Ma, secondo il regolamento e secondo quanto scritto nella delibera, si tratta solamente di un anticipo. Sarà poi il privato (l´azienda agricola Maine) a dover farsi carico dei costi, risarcendo quindi il Comune. «Le spese per la demolizione e il ripristino – si legge nel documento firmato dalla giunta – saranno poste a carico del responsabile del mancato abbattimento mediante riscossione coattiva secondo le norme vigenti». Spetterà quindi a Romana Mercede Faccio e a Paola Valle, destinatarie del provvedimento siglato da palazzo Trissino, coprire l´intero costo di 100 mila euro.
L’IMMOBILE. Le ruspe di Valore Città dovranno abbattere l´immobile che è costituito da «un corpo di fabbrica delle dimensioni di 23 per 35 metri, posto su fondazione in platea di cemento. All´interno si trova una sala mungitura, fienile, magazzino e ricovero attrezzi, mentre all´esterno è presente una concimaia. I materiali di costruzione sono in latero cemento». L´edilizia privata spiega che la struttura «è priva di agibilità ed è utilizzata come deposito magazzino» dell´adiacente azienda Maine.
LA STORIA. L´operazione dovrebbe scattare a breve. Non appena le ruspe entreranno in azione si chiuderà una vicenda lunga otto anni fa. La struttura, che sorge in via della Rotonda 62, e definita nella delibera del Comune come una «stalla – annesso rustico» è stata costruita nel 2005, dopo un permesso di costruire concesso dal Comune. L´atto è stato, però, annullato nel 2006, con un decreto del presidente della Provincia di Vicenza considerato che la stalla «si trova in una zona di particolare valore storico architettonico per stessa definizione del piano regolatore del Comune. Per questo il divieto di nuova costruzione è funzionale a garantire la conservazione dell´area». A tre anni di distanza l´amministrazione Variati, dando seguito al provvedimento di palazzo Nievo, ha dunque emesso l´ordinanza di demolizione, ordinando alla ditta di provvedere all´abbattimento. Dalla carta, però, non si è mai passati ai fatti. E così nel 2012 l´assessore, accertata in estate la mancata ottemperanza, ha deciso di provvedere d´ufficio.
TEMPISTICHE. L´intervento sarà eseguito da Aim. Resta da capire quando. «Non sono ancora definite le tempistiche – commenta l´assessore all´edilizia privata Pierangelo Cangini – perché in questo momento pende anche un ricorso dei privati al Consiglio di Stato. Non è detto che sia necessario aspettare il pronunciamento, ma siamo in attesa. Nel frattempo siamo arrivati al capolinea; questo è l´atto conclusivo di una lunga vicenda».
Il Giornale di Vicenza – 4 febbraio 2013