INtossicazione. Una famiglia si è sentita male domenica sera. L’anitra con ogni probabilità non era stata conservata correttamente in frigo
I bigoli con l´arna restano loro sullo stomaco. Cinque persone sono finite in ospedale dopo aver festeggiato come da tradizione il giorno del Rosario, che per la cucina veneta prevede un piatto a base di anatra. A causare l´intossicazione alimentare per tutti i commensali è stato, con ogni probabilità, un errore della padrona di casa, che non avrebbe conservato correttamente in frigorifero l´anatra che aveva comprato qualche giorno prima dal macellaio.
In base a quanto è stato ricostruito, il pranzo di domenica era stato organizzato da Pierina Cenzato, che abita in città lungo la Riviera berica. La donna aveva invitato i due figli, Antonio e Giampaolo Graziani, e le mogli di entrambi, Ludovica e Anna. I cinque si erano ritrovati appunto per la solennità del Rosario e si erano seduti a tavola dove il piatto forte erano i bigoli fatti in casa con il ragù di anatra, l´arna in dialetto vicentino. Quindi avevano mangiato anche della carne, dell´insalata e un dolce.
A partire dal tardo pomeriggio, ad uno ad uno i commensali hanno iniziato a sentirsi male. Forti dolori di stomaco, seguiti da nausea, vomito e diarrea, hanno convinto tutta la famiglia a contattare la guardia medica e a recarsi al pronto soccorso per farsi visitare. Analoga la diagnosi: intossicazione alimentare. Tutti e cinque dovranno restare qualche giorno a riposo e cibarsi di pietanze molto leggere per riprendersi.
È stata la padrona di casa ad ammettere l´errore e a individuare nei bigoli con l´arna il motivo del malessere collettivo: aveva infatti messo l´anitra in frigorifero (e non in freezer) da giovedì a sabato, quando l´aveva lasciata sul ripiano in cucina prima di metterla sui fornelli e preparare poi il condimento.
Un altro caso di intossicazione alimentare è avvenuto nel fine settimana nella zona di Creazzo. Un ragazzino di 15 anni si è sentito male dopo aver mangiato delle merendine che erano – è emerso successivamente – scadute da parecchie settimane. Anche lui è stato accompagnato dai famigliari al San Bortolo dove è stato visitato e curato. Per guarire, ne avrà per almeno una settimana.
Il Giornale di Vicenza – 10 ottobre 2012