La Blue Tongue, la “lingua blu”, è arrivata nel Vicentino. E la prima volta che accade. Due focolai di questa malattia che uccide le pecore ma che alberga anche in capre, bovini e animali selvatici, sono stati scoperti in un gregge vagante nell’area di Cismon del Grappa. Le due pecore infette sono morte. «Un po’ ce l’aspettavamo», dice Enrico La Greca, direttore dei servizi veterinari della sanità animale dell’Ulss 6.
L’infezione, finora, aveva colpito le province di Treviso e Belluno, sfiorando il Vicentino; adesso ha fatto irruzione da noi. Il pastore del gregge attaccato dalla Blue Tongue ha chiamato il veterinario della zona, che ha dato l’allarme. Immediato l’intervento del ministero della Salute che ha inserito la provincia di Vicenza fra i territori soggetti a restrizione, limitando la movimentazione di mandrie e greggi e diramando norme di prevenzione anti-contagio. I capi di bestiame non possono al momento lasciare il Vicentino. Il divieto di trasporto è drastico. Si fa eccezione solo per i capi vaccinati, per i vitelli con meno di 90 giorni di vita e figli di animali vaccinati e per gli animali destinati entro le 24 ore al macello, per i quali però occorre seguire una procedura particolare.
Confermata, peraltro, la festa della transumanza in programma domenica. L’antica tradizione della demonticazione per il ritorno in pianura delle mandrie, che hanno trascorso l’estate sui pascoli dell’Altopiano e del Grappa, non viene cancellata. Gli animali allevati nel Vicentino potranno fare ritorno nelle loro stalle. Si attendono, invece, indicazioni dalla Regione per il bestiame diretto in altre province. Intanto i veterinari della sanità animale dell’Ulss diretti da Enrico La Greca intensificano i controlli sierologici e virologici sugli animali recettivi, e la ricerca degli insetti vettori da catturare con le trappole ad attrazione luminosa. Niente paura, comunque, per l’uomo. Il virus che tinge di blu la lingua degli animali che ne restano vittime non può in nessun modo contagiare gli esseri umani, nè per contatto ne attraverso il consumo del latte e della carne. «Appartiene alla famiglia delle Reoviridae – spiega il prof. Giorgio Palù, virologo dell’Università di Padova di fama internazionale -. Colpisce solo i ruminanti. Nell’uomo il Reovirus più noto è quello che provoca la diarrea dei bambini, ma a parte la parentela filogenetica ha poco a che fare con la Blue Tongue, che si trasmette con la puntura di un insetto vettore, un moscerino ematofago che si chiama Culicoides imicola. Nasce come tutti i virus in Africa, è presente in tutti i paesi del Mediterraneo, ed è endogeno in Sardegna». La Blue Tongue è una patologia ad andamento stagionale, che si manifesta principalmente nel periodo primaverile-estivo, quando sono attivi gli insetti vettori. Negli ovini l’infezione si manifesta con febbre, scolo nasale, aumento di volume della testa, congestione delle mucose della bocca. Nei casi più gravi la lingua, ingrossata e cianotica, fuoriesce dalla bocca: da qui il nome di lingua blu dato alla malattia. «Con le temperature più rigide – dice il dottor La Greca – il virus si placa, anche se ormai l’invasione coinvolge quasi tutta l’Italia tranne le regioni nord-occidentali e anche l’Europa del nord, i paesi scandinavi. Nei bovini ha un decorso benigno, la sintomatologia è blanda, e gli animali generalmente guariscono da soli dopo 60 giorni. La mortalità riguarda il 10 per cento delle pecore colpite. Dipende dalla gravita dell’infezione. Per fortuna la presenza di ovini è ridotta nella nostra provincia. Oggi registriamo solo 3 greggi di proprietari che risiedono nel Vicentino anche se ne passano molti altri».
L’infezione II Culicoides, un moscerino apparentato alle zanzare, punge gli animali, succhia il sangue di pecore, capre, buoi per nutrirsi. Di qui l’esplosione della febbre catarrale degli ovini, l’altra denominazione della Blue Tongue. La malattia, dopo l’epidemia del 2000, ha indotto il Ministero ad applicare misure sanitarie restrittive sulla movimentazione dei capi «Per il contenimento della patologia – spiega il dottor Enrico La Greca, 55 anni, alla guida di una squadra dei veterinari-.la Regione definirá un piano di intervento». Fino a 20 anni fa la Blue Tongue era una malattia del Sud. Ma l’aumento delle temperature l’hanno fatta sbarcare dappertutto. Gli ultimi casi nel Veneto risalivano al 2007-2008. Vennero scoperti in 4 allevamenti di bovini del Veronese. Poi, il 31 agosto scorso, la conferma da parte del Centro di referenza nazionale del sospetto clinico in un gregge vagante ad Alano di Piave. Sierotipo isolato il Btv4, lo stesso di Cismon. Da allora sono stati identificati altri 20 focolai fra Treviso e Belluno.
dal Giornale di Vicenza – 21 settembre 2016