A Brendola, nel Vicentino, finisce nella lista dei «ricercati» la nutria, da anni sotto accusa perché scava lunghi cunicoli sugli argini. Il roditore famoso per l’alto tasso di riproduzione, adesso è nel mirino, letteralmente, del sindaco Renato Ceron che ne ha autorizzato la caccia.
Da lunedì, infatti, «l’abbattimento diretto sarà consentito a cacciatori con patentino o agricoltori in possesso di porto d’armi, con carabina di piccolo calibro o fucile con canna ad anima liscia e munizione spezzata». Inoltre, il «privato cittadino potrà procedere alla cattura e alla soppressione dell’animale, ma senza l’utilizzo di armi da fuoco ed evitando di infliggergli inutili sofferenze». È ammessa anche la cattura con gabbie trappola (in collaborazione con i tecnici abilitati della Provincia di Vicenza), mentre è vietata la dispersione di veleni non selettivi. La caccia al roditore sud americano – portato in Italia mezzo secolo fa per farne pellicce – non è nuova in Veneto, visto che in diverse zone si stanno prendendo provvedimenti per il contenimento della specie. A Brendola le nutrie, secondo il sindaco che sul tema si sta coordinando con i Comuni vicini di Altavilla e Creazzo, sono diventate un problema. «Sono cacciatore, se trovo il tempo vado anche io ad abbatterle – racconta Ceron – qui da noi c’è un’invasione: dobbiamo mettere a riparo gli argini e anche le persone che, quando vanno a falciare l’erba, rischiano di cadere nelle tane scavate dalle nutrie. Va tenuto presente che Brendola è caratterizzata da un fitto reticolo idrografico e che adesso le nutrie stanno facendo i piccoli e hanno bisogno di procurare cibo, quindi stanno anche danneggiando i campi di frumento. È un problema delicato ma d’urgenza estrema per la nostra comunità. Con questa ordinanza diamo modo ai cittadini di contare su una risposta efficace e ordinata».
Il periodo scelto per aprire la caccia al castorino, viene messo sotto accusa dagli animalisti. «Uccidere adesso le nutrie, animali che non portano malattie, è feroce – attacca Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento protezionista veneto – stanno facendo i piccoli e questi moriranno di fame nelle tane». Per Rizzi vanno trovate altre soluzioni. «L’unico predatore in grado di intervenire sulle nutrie è la volpe che, però, è ritenuta concorrente dei cacciatori nell’abbattimento di lepri e fagiani, quindi viene massacrata. Comunque – sottolinea Rizzi – se proprio serve il contenimento, almeno si faccia tra settembre e febbraio quando non ci sono i piccoli».
Intanto, il sindaco Ceron sta già pensando ad un provvedimento simile per i cinghiali. «È un’altra emergenza – dice – l’altro giorno me ne sono trovato uno davanti a casa. Non è un animale autoctono dei nostri colli ma, comunque, ne siamo infestati. E non solo di cinghiali, anche di caprioli».
Elfrida Ragazzo – Il Corriere del Veneto – 15 luglio 2015