Il Sole 24 Ore. La norma che regola e incentiva l’agricoltura biologica in Italia è legge. Dopo 13 anni di attesa, con 195 favorevoli, 4 astenuti e nessun contrario il Senato ha approvato in via definitiva la proposta di legge che era dovuta tornare a Palazzo Madama per una veloce quarta lettura, dopo la modifica introdotta dalla Camera che ha eliminato dal testo l’equiparazione del metodo biodinamico a quello biologico, dopo le molte polemiche sollevate dalla comunità scientifica.
«Una giornata storica», l’ha definita il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura Francesco Battistoni: «Con l’approvazione della legge saremo in grado di dare un ulteriore impulso al comparto grazie alle novità introdotte, come il marchio biologico, la definizione giuridica dei distretti bio e la legge delega al Governo per la revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli. L’Italia è seconda a livello mondiale, dietro soltanto agli Stati Uniti, per prodotti biologici esportati».
Un mercato in grande espansione
Il mercato del biologico nel nostro Paese è in grande espansione: ricorda la Coldiretti che gli acquisiti di prodotti bio Made in Italy nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export. La nuova legge sostiene anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire l’informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti, con una delega al governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. oltre alla definizione dei biodistretti. «Nell’ultimo decennio – scrive la Coldiretti – le vendite bio totali sono più che raddoppiate (+122%) e la produzione nazionale ha raggiunto i 2 milioni di ettari di terreno coltivati».
Anche l’Alleanza Cooperative esprime grande soddisfazione per l’approvazione della legge sul bio: «Il tortuoso iter che ha avuto il Ddl – ha commentato il coordinatore del settore biologico, Francesco Torriani – ha rischiato di rendere inutili le grandi opportunità contenute nella Legge per il settore biologico, rallentando in tal modo un processo che invece a livello comunitario sta correndo veloce», con l’obiettivo di raggiungere il 25% di produzione biologica in Europa entro il 2030.