Via libera definitivo e bipartisan alle quote rosa nei consigli d’amministrazione delle società quotate.
In base a questa legge, approvata con 438 sì, 27 no e 64 astenuti, i cda dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 e da un terzo dal 2015. In Commissione il Governo aveva presentato una proposta di modifica che è stata avversata da esponenti della maggioranza e dell’opposizione. La proposta di legge era già stata approvata dalla Camera il 2 dicembre 2010 e modificata dal Senato il 15 marzo 2011. Pdl e Pd hanno indetto due conferenze stampa distinte, con le prime firmatarie della legge Lella Golfo (Pdl) ed Alessia Mosca (Pd) .
Sanzioni fino a un milione di euro per chi non rispetta le regole
D’ora in poi nella composizione degli organi di amministrazione (consiglio di amministrazione o consiglio di gestione) e di controllo (collegio sindacale o consiglio di sorveglianza) delle società quotate sui mercati regolamentati, al genere meno rappresentato dovrà essere riconosciuto almeno un terzo dei posti. In caso di mancato rispetto della norma sull’equilibrio di genere ai fini della nomina dei componenti del consiglio di amministrazione o del consiglio di gestione delle società quotate è stato introdotto al Senato un meccanismo sanzionatorio. In prima istanza sarà compito della Consob emettere una diffida nei confronti della società che non abbia rispettato le regole, affinché si adegui entro il termine massimo di quattro mesi. In caso di inottemperanza è prevista una sanzione pecuniaria amministrativa piuttosto salata, da 100mila euro a un milione di euro, secondo criteri e modalità che saranno stabiliti da un regolamento Consob. Viene poi fissato un ulteriore termine di tre mesi per adempiere e, in caso di ulteriore inosservanza dell’ultima diffida, si applica la sanzione della decadenza dei membri del consiglio. Lo statuto societario , per garantire l’equilibrio dei generi, dovrà disciplinare le modalità di formazione delle liste e dei casi di sostituzione in corso di mandato.
La Consob elaborerà un regolamento
La Consob, con un regolamento da pubblicare entro sei mesi deciderà in materia di violazione, applicazione e rispetto delle disposizioni in materia di quote di genere, anche in riferimento alla fase istruttoria e alle procedure da adottare. Anche nella composizione degli organi di controllo societario delle società quotate si applicherà il criterio di riparto tra i generi previsto per i componenti del Consiglio di amministrazione. Anche qui è prevista una prima diffida nei confronti della società che non rispetta le regole, affinché si adegui entro il termine massimo di quattro mesi. Se non ottempera è prevista una sanzione pecuniaria amministrativa (in questo caso da 20mila a 200mila euro), e la fissazione di un ulteriore termine di tre mesi per adempiere. In caso di ulteriore inosservanza di questo ultimo termine è prevista la decadenza dei membri dell’organo di controllo.
Norma transitoria: per il primo mandato un quinto del genere meno rappresentato
Si parte dal primo rinnovo Il Senato ha posticipato la decorrenza della nuova disciplina, fissandola al primo rinnovo degli organi «successivo a un anno dalla data di entrata in vigore» delle nuova legge. Previsto anche un regime transitorio: per il primo mandato in cui sono applicate le nuove disposizioni, la quota dei componenti degli organi societari riservata al genere meno rappresentato è fissata in un quinto, anziché in un terzo. Le disposizioni in materia di equilibrio tra i generi sono estese anche alle società a controllo pubblico non quotate (la previsione si riferisce alle società costituite in Italia controllate da pubbliche amministrazione). Demandato a un regolamento governativo la definizione di termini e modalità di attuazione delle novità negli organi di amministrazione e controllo delle società pubbliche, con lo scopo di definire una disciplina uniforme per tutte le società interessate.
Ilsole24ore.com – 28 giugno 2011