La vicenda della tigre Samir si chiude ancora piu’ tristemente di come si era aperta. Perche’ “e’ possibile, anche si tratta solo di un’ipotesi, che l’animale si sia lasciato morire, anche a seguito del distacco dall’ambiente dove era cresciuto”, dice all’Adnkronos Salute Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), commentando il decesso del felino che qualche settimana fa aveva ucciso il suo proprietario a Pinerolo.
Samir, un maschio di 7 anni d’eta’, era stato trasferito dallo zoo privato del suo padrone allo Zoosafari di Fasano, dove viveva da anni. “Innanzitutto la tigre, come tutti gli animali non domestici – ricorda Melosi – soffre sempre le condizioni di cattivita’, per ottime che siano”. Vivere in un ambiente dove non puo’ cacciare, dove le condizioni di vita sono profondamente diverse da quelle del suo habitat naturale, provoca sempre e comunque malessere in questi grandi e bellissimi felini. “E se poi la tigre subisce il ‘doppio trauma’ di essere strappata al luogo dove e’ ormai abituata a vivere e ha stretto un legame affettivo con le persone che se ne prendevano cura – continua Melosi – le conseguenze di questo genere di stress possono essere devastanti. Di stress non si muore, e’ vero, ma esattamente come avviene per i cani o per altri animali domestici, di cui si sente piu’ spesso parlare, puo’ darsi ad esempio che Samir abbia smesso di bere e di mangiare e che per questo sia morto”. La seconda ipotesi formulata dall’esperto si ricollega con l’episodio di aggressivita’ che ha portato la tigre a uccidere il suo proprietario, Mauro Lageard: “Spesso, dietro l’aggressivita’ si cela la presenza (e la persistenza) di dolore fisico. Per questo quando trattiamo un animale aggressivo andiamo per prima cosa alla ricerca di malattie che possano aver provocato un dolore cronico”, in grado di far perdere all’animale il controllo e di attaccare l’uomo. “Ecco, in questo caso – evidenzia Melosi – forse Samir aveva un disturbo fisico che l’ha portato prima ad aggredire e a uccidere il suo padrone e poi, purtroppo, alla morte”.
Roma, 29 luglio (Adnkronos Salute)