«Con l’arrivo di un nuovo nato si modificano le relazioni con l’animale». Il ministro della Salute valuti «la predisposizione di linee guida per le famiglie con gestanti e con neonati in arrivo, affinché già nei corsi pre-parto e fin dalle dimissioni dal parto alle famiglie vengano date indicazioni fondamentali per la prevenzione delle aggressioni dei cani».
A chiederlo è l’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), dopo le ultime aggressioni canine ad un’anziana del frusinate e ad una neonata a Roma.
L’Ordinanza appena riportata in vigore dal ministero della Salute infatti, rileva l’Anmvi in una nota, «tutela principalmente l’incolumità nei luoghi pubblici, ma può poco negli ambienti domestici e proprio per questo il provvedimento ministeriale batte il tasto della prevenzione e dell’educazione insistendo su due concetti: la responsabilità civile e penale del proprietario/detentore; la necessità di acquisire una educazione al rapporto con il cane, un rapporto che non può essere lasciato all’improvvisazione».
Il vice presidente Anmvi, Raimondo Colangeli, invita a riflettere sulle statistiche riguardanti le vittime neonatali, le più esposte a gravi conseguenze: «L’errore che si commette fatalmente sempre – avverte l’esperto in medicina veterinaria comportamentale – è quello di trascurare le relazioni socio-familiari del cane, che all’arrivo di un nuovo nato, si modificano».
D’altro canto, affermano i veterinari, «il contributo psico-fisico del rapporto con un pet durante l’età evolutiva è molto importante per i bambini, e bastano pochi accorgimenti per avviare una relazione proficua e sicura con il cane. Data la diffusione di cani nelle famiglie italiane – concludono – è il momento di analizzare le statistiche prendendo atto che i casi si verificano dove è mancata la prevenzione».
La Stampa – 18 settembre 2013