Il Corriere delle Alpi. Anche per i manager delle aziende sanitarie del Veneto è tempo di pagelle: tutti promossi, ça va sans dire, i direttori generali anche se a nessuno è riuscito il colpaccio del massimo dei voti. Poco male, si dirà, se è vero che il manager che ha ottenuto la valutazione meno felice fra le azienda universitarie e istituti di ricerca è lo stesso Luciano Flor che si è visto poi promuovere a capo supremo della Sanità veneta. Lo stesso Flor che l’anno scorso mal aveva digerito una valutazione ancora più bassa, relegandolo in coda a tutti i colleghi, e che per altro aveva messo sotto i riflettori le tensioni con l’allora direttore generale della Sanità Veneta Domenico Mantoan. Bella soddisfazione, per il trentino Flor, che da appassionato di scalate sa bene come le vette bisogna sudarle, trovarsi dopo un anno proprio al posto di Mantoan.
I CRITERI DI VALUTAZIONE Le pagelle approvate con la delibera regionale 806 del 22 giugno scorso si riferiscono all’anno 2019. Riportano la valutazione della Giunta regionale riferita alla garanzia dei Lea (livelli essenziali di assistenza) nel rispetto dei vincoli di bilancio, quella della V Commissione regionale sul rispetto della programmazione regionale e, per le sole Usl, la valutazione sulla qualità e l’efficacia dell’organizzazione dei servizi socio sanitari sul territorio demandata alla Conferenza dei sindaci. La procedura di voti prevede un massimo di cento punti: per le Usl 60 sono a disposizione della Giunta regionale, 20 per Conferenza dei sindaci e 20 per V Commissione. Per Aziende universitarie e Istituti di ricerca la valutazione della Giunta pesa per l’80% e quella della V Commissione per il 20%.
AZIENDE UNIVERSITARIE E IOV Tra le Aziende ospedaliere universitarie Verona batte Padova, o meglio, Francesco Cobello batte Luciano Flor: se entrambi hanno ottenuto il massimo voto dalla V Commissione – 20 su 20 – il primo si è visto riconosciuti 77,10 punti dalla Giunta regionale, il secondo “solo” 68,78. Meglio ancora hanno fatto il direttore generale dell’Istituto oncologico veneto Giorgio Roberti, con 77,10 punti e la direttrice generale dell’Azienda Zero – la governance amministrativa della Sanità regionale – Patrizia Simionato che si è guadagnata una pagella da 77,36 punti. Flor, si diceva, è volato ai vertici della sanità regionale, mentre con le nomine dello scorso marzo che hanno rinnovato i vertici aziendali, Cobello e Roberti sono usciti di scena, mentre a Simionato Zaia ha affidato il timone dell’Usl 5 Polesana. LE USL La valutazione complessiva migliore fra i dg delle Usl venete è toccata a Giuseppe Dal Ben (93,27), che nel 2019 guidava la Serenissima e oggi è il numero uno del Policlinico padovano. Distaccato di meno di un punto (92,75) il collega Francesco Benazzi, allora e anche oggi all’Usl Marca Trevigiana. Al terzo posto Carlo Bramezza all’epoca all’Usl Veneto orientale. Il voto più basso è quello a Bortolo Simoni dell’Usl Pedemontana, arrivato a 83,64. Il voto massimo da parte della Conferenza dei sindaci è arrivato a sei manager: Benazzi, Dal Ben, Bramezza, Antonio Compostella (Usl Polesana), Giovanni Pavesi (Usl Berica) e Pietro Girardi (Usl Scaligera). La V Commissione, dal canto suo, ha premiato a pieni voti Benazzi, Domenico Scibetta (Usl Euganea) e Pavesi. Il voto più basso in questa fascia è stato quello al dg Adriano Rasi Caldogno – 18,5 – all’epoca al timone dell’Usl Dolomiti. Le valutazioni in capo alla Giunta regionale hanno premiato Dal Ben con 53,77 punti, Benazzi con 52,75 e Bramezza con 52,09. Voti meno lusinghieri per Compostella, fermo a 43,98, e Bortolo Simoni dell’Usl Pedemontana con 45,64