Programmazione del fabbisogno, accesso alla professione e formazione. Qui si era fermata un anno fa e da qui riparte l’attuazione dell’articolo 22 del Patto per la salute, dedicato a “Gestione e sviluppo delle risorse umane”. L’incontro di ieri mattina tra la ministra della Salute Beatrice Lorenzin e il sottosegretario Vito De Filippo, il coordinatore degli assessori alla Salute Antonio Saitta e il presidente del Comitato di settore Massimo Garavaglia e i principali sindacati medici, ha riaperto concretamente il dialogo tra governo e camici bianchi, dopo la distensione inaugurata dall’appuntamento con l’esecutivo della settimana scorsa. Che ha dato il via al disgelo e ha messo in stand-by le due giornate di sciopero preventivate per il 17 e il 18 marzo, dopo mesi di tensione alle stelle. Sono state consegnate ai sindacati la bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 del Patto per la salute del Minsalute e Miur e la proposta della Commissione salute delle Regioni.
Il prossimo incontro è calendarizzato per la prima settimana di aprile. Tra i vari temi messi ieri sul tavolo del Ministro, il segretario nazionale Sivemp Aldo Grasselli, ha ripresentato la mozione approvata all’unanimità dal 48° Congresso nazionale di novembre.
«Un confronto a 360 gradi sulle prospettive di ammodernamento del servizio sanitario e sul contributo che a questo obiettivo si può dare con una migliore formazione e gestione delle risorse umane e dei professionisti impegnati nella sanità – spiega Saitta -. Il dato molto positivo della giornata sta nella massima disponibilità di tutti gli interlocutori ad affrontare in modo convinto il tema di una nuova formazione che è chiave di volta per il rilancio in termini di qualità dell’integrazione fra il territorio e la sanità ospedaliera, rispetto alla quale dobbiamo porci obiettivi di maggiore uniformità e coerenza del sistema. Non a caso con il ministro della Salute, ma anche con le stesse organizzazioni di rappresentanza, abbiamo condiviso l’esigenza di superare un modello antiquato che ha visto – ha concluso Saitta – in molti casi il medico trasformarsi negli anni in semplice prescrittore, mortificando proprio coloro, e sono la maggioranza, che nella professione hanno sempre messo sacrificio e professionalità». «Ora – ha aggiunto Garavaglia – dobbiamo accelerare e recuperare il tempo perduto, seppure in un quadro di risorse limitate. Possiamo farcela se ciascuno saprà mettere da parte ogni sorta di pregiudizio e si adopererà per rispondere ad una esigenza di modernizzazione avvertita certamente dal servizio sanitario, ma prima ancora dai cittadini».
Riveduta e corretta la bozza di Ddl di maggio. I sindacati sono tornati a casa con una piattaforma che ricalca in parte il Disegno di legge delega che, a maggio 2015, aveva incassato il parere favorevole della “Commissione Salute” delle Regioni. Nell’arco di due settimane metteranno a punto, sigla per sigla, le proprie valutazioni che poi confluiranno in un documento di osservazioni unitario a firma dell’Intersindacale. Poi, subito dopo Pasqua, si terrà un secondo incontro cui parteciperà con ogni probabilità anche il Miur. Come è inevitabile, visto che, tanto per dirne una, i temi della formazione specialistica e dei fabbisogni per specialità sono tra i primi all’ordine del giorno. E se tutte le sigle tengono a sottolineare il clima interlocutorio e disteso che ha caratterizzato il vertice, ciascuna tiene a evidenziarne un aspetto. «Fondamentale sarà il confronto con il ministero dell’Istruzione», spiegano Costantino Troise e Giacomo Milillo, segretari nazionali rispettivamente dell’Anaao Assomed e della Fimmg. Mentre Pina Onotri (Smi) ha chiesto esplicitamente la «riqualificazione del percorso formativo in?Medicina generale».
La formazione specialistica. Alla lettera a), dedicata alla formazione specialistica dei medici, si conferma l’istituzione di una rete formativa regionale costituita sia da strutture universitarie sia da strutture ospedaliere, che siano accreditate in base a criteri Miur-Salute. Volume complessivo di attività, complessità della casistica e livello tecnologico delle strutture sono requisiti ulteriori di accreditamento, che vanno a modificare l’articolo 43 Dlgs 368/1999.
Per i medici specializzandi che saranno inseriti nelle strutture accreditate, si prevede una «graduale assunzione di responsabilità assistenziale», mentre la valutazione finale del giovane camice bianco resterà in capo alla scuola di specializzazione. Le Regioni potranno finanziare esse stesse i contratti di formazione specialistica di cui al decreto 368.
La carriera. Lo sviluppo professionale di carriera della dirigenza è disciplinato «introducendo misure volte ad assicurare una maggiore flessibilità nei processi di gestione delle risorse umane, definendo e differenziando all’interno della dirigenza medica e sanitaria percorsi di natura gestionale e percorsi di natura professionale». In particolare, si prevede: una carriera professionale distinta da quella manageriale; l’implementazione dei sistemi di valutazione delle competenze professionali acquisite.
Il fabbisogno. Va definita una metodologia condivisa Salute-Regioni, che consenta di individuare standard di personale, così da determinare il fabbisogno di professionisti dell’area sanitaria. Sei i parametri: qualitativi e di efficienza di utilizzo delle risorse umane; obiettivi e Lea indicati nel Piano sanitario nazionale e in quelli regionali; reti di offerta territoriali e ospedaliere e loro sviluppo (legge 135/2012); cambiamenti nella domanda di salute (demografici ed epidemiologici); evoluzione tecnologica; sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari.
Le Regioni e le Pa, nell’individuare gli standard secondo i criteri elencati sopra, ne definiranno i tempi di attuazione in relazione all’evoluzione dei propri modelli organizzativi, per poi sottoporli all’attenzione del ministero della Salute.
Il precariato. Per assicurare l’erogazione dei Lea e la sicurezza delle cure, andranno individuate «specifiche misure per la stabilizzazione del personale precario, attraverso procedure concorsuali, anche tenendo conto della riorganizzazione dei servizi».
FORMAZIONE IN OSPEDALE E PARITÀ DI TRATTAMENTO TRA CARRIERA PROFESSIONALE E GESTIONALE
Oggi durante l’incontro con i sindacati medici le Regioni e i Ministeri della Salute e dell’Università hanno presentato due proposte di legge delega sulla valorizzazione della professione. Ma vediamo cosa prevedono le due proposte, che i sindacati dovranno esaminare nelle prossime due settimane, che hanno sia punti in comune che aspetti differenti.
Proposta Ministero Salute-Miur
Sul tema della formazione professionale la proposta prevede l’istituzione di una rete formativa regionale costituita sia da strutture universitarie sia da strutture ospedaliere, che abbiano ottenuto l’accreditamento per la formazione specialistica sulla base di criteri condivisi tra MIUR e Ministero della Salute. In quest’ottica è prevista anche una revisione sistema accreditamento prevedendo quali ulteriori criteri il volume complessivo delle attività, la complessità della casistica e il livello tecnologico delle strutture, al fine di garantire una maggiore qualità della formazione specialistica.
Inoltre si prefigge anche l’inserimento dei medici specializzandi, all’interno delle strutture, con graduale assunzione di responsabilità assistenziale. Anche se la valutazione finale del medico in formazione specialistica resta di competenza della scuola di specializzazione
Per quanto riguarda lo sviluppo della carriera la proposta Miur-Salute disegna una carriera professionale distinta da quella manageriale, articolata sulla complessità degli incarichi conferiti, mediante la graduazione delle posizioni, stabilendo che la retribuzione di posizione contrattuale e aziendale possa essere equivalente a quella prevista per i direttori di struttura complessa e che le indennità contrattualmente definite per la parte tabellare della retribuzione e per l’esclusività di rapporto per i dirigenti di struttura siano attribuibili anche ai dirigenti con incarico professionale in identica misura.
In questo senso si prevede anche l’implementazione dei sistemi di valutazione delle competenze professionali acquisite.
Per quanto riguarda invece i fabbisogno standard si propone di definire una metodologia condivisa, tenendo conto: di parametri qualitativi e di efficienza di utilizzo delle risorse umane; degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali; delle reti di offerta territoriali ed ospedaliere e del loro sviluppo, 4. dei cambiamenti della domanda di salute, legati in particolare alle modifiche demografiche ed epidemiologiche; della evoluzione tecnologica; dello sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari.
Proposta Regioni
Anche le Regioni prevedono per la formazione specialistica l’istituzione della rete formativa regionale costituita sia da strutture universitarie sia da strutture ospedaliere e strutture territoriali del SSN, che abbiano ottenuto l’accreditamento per la formazione specialistica. In questo senso è prevista anche la revisione del sistema di accreditamento nonché la revisione della composizione dell’osservatorio nazionale della formazione medica-specialistica, assicurando la componente regionale in presenza paritaria, al fine di garantire una maggiore qualità della formazione specialistica, nonché l’estromissione dalla rete formativa regionale delle strutture per le quali siano venuti meno i requisiti di accreditamento.
Le Regioni chiedono però una revisione della composizione e dell’organizzazione dell’osservatorio regionale per la formazione medico-specialistica, assicurando una adeguata rappresentanza della regione.
Come la proposta ministeriale anche le Regioni prevedono delle modalità per l’inserimento dei medici specializzandi all’interno delle strutture, in coerenza con le finalità formative della Scuola di specializzazione e sotto la supervisione della stessa, con graduale assunzione di responsabilità assistenziale. La valutazione finale del medico in formazione specialistica resta anche per le Regioni di competenza della scuola di specializzazione.
Nella proposta regionale si fa riferimento anche alla possibilità per le regioni, anche in piano di rientro, e le province autonome di finanziare contratti di formazione specialistica aggiuntivi per le reti formative regionali/provinciali. Inoltre, le Regioni reclamano la possibilità per le regioni di apporre apposite clausole ai contratti di formazione specialistica aggiuntivi, compatibili con la normativa vigente.
Sul tema formazione la proposta regionale parla anche di un accesso anche per chi non ha la specializzazione, ma la proposta sembra essere già stata accantonata.
Per quanto riguarda la carriera si prevede l’intercambiabilità dei due percorsi di carriera (professional e gestionale) con trattamenti di retribuzione complessivi equivalenti e l’implementazione dei sistemi di valutazione delle competenze professionali e manageriali acquisite;
Sugli standard le Regioni prevedono di definire una metodologia per determinare il fabbisogno di professionisti e operatori dell’area sanitaria, tenendo conto:
1. degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali;
2. di parametri qualitativi e di efficienza di utilizzo delle risorse umane;
3. degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali;
4. delle reti di offerta territoriali ed ospedaliere e del loro sviluppo, così come determinate, in particolare,
5. dei cambiamenti della domanda di salute, legati in particolare alle modifiche demografiche, epidemiologiche e alle patologie emergenti;
6. della evoluzione tecnologica;
7. dello sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari.
leggi la proposta Ministero salute/Miur
leggi la proposta della Commissione salute delle regioni
Il Sole 24 Ore sanità e Quotidiano sanità – 14 marzo 2016