Repubblica. Lo spettro di Omicron fa paura all’Europa. L’aumento dei contagi – più di 100mila in 24 ore in Gran Bretagna – spinge il Vecchio continente a blindarsi e a guardare verso Israele, primo Paese ad aprire alla quarta dose di vaccino per fermare il dilagare del virus. A muoversi in questa direzione è la Germania, che ieri ha registrato il primo caso di variante omicron al Bundestag. Il ministro della Salute, Karl Lauterbach ha dichiarato di ritenere «molto probabile » la necessità di una quarta vaccinazione. Il politico della Spd ha ammesso che non è chiaro quanto il booster protegga da omicron. Ma il governo, ha aggiunto, ha prenotato già 80 milioni di dosi del vaccino Pfizer- Biontech riadattato alla nuova variante. Saranno disponibili da aprile o maggio. A breve, ha puntualizzato, comprerà anche dosi aggiuntive di Moderna.
I contagi sono in calo da giorni in Germania: oltre 45mila contro i 51mila di una settimana fa. E l’incidenza si è abbassata a 289 dai 353 casi di sette giorni fa. Ma Lauterbach ha messo in guardia dall’arrivo di una possibile «massiccia quinta ondata ». Il governo Scholz aveva deciso nello scorso fine settimana le prime restrizioni serie per chi viene dalle cosiddette “aree della variante del virus”. Oltre ad alcuni Paesi africani, anche il Regno Unito. Chi viene da lì dovrà fare un tampone molecolare prima della partenza e due settimane di quarantena.
Intanto l’Austria, pur avendo dati più bassi rispetto a molti Paesi Ue venendo fuori da un lockdown, ha deciso di tagliare le feste di Capodanno: dal 27 dicembre ci sarà coprifuoco alle 22 per i servizi di ristorazione. «Celebrate in un gruppo piccolo, preferibilmente all’esterno», è il consiglio della responsabile della Sanità pubblica Katharina Reich. Il Belgio ha chiude a partire dal 26 dicembre cinema, teatri e sale concerti e saranno vietate le attività al chiuso. E la Spagna ha reintrodotto le mascherine all’esterno. «Il peggio potrebbe essere davanti a noi», ammonisce Bill Gates parlando della situazione negli Stati Uniti.
In Israele intanto c’è l’incognita omicron ma soprattutto l’aumento dei contagi tra i vaccinati tre volte dietro la decisione di somministrare una quarta iniezione contro il COVID alla popolazione a rischio. Lo spiega a Repubblica Nadav Davidovitch, epidemiologo dell’Università Ben-Gurion e consulente del ministero della Sanità. «Assistiamo a una diminuzione della protezione garantita dagli anticorpi, attestata non soltanto dai test in laboratorio, ma anche dal numero di infezioni che riescono a bucare il terzo vaccino», dice.
Israele ha cominciato a offrire il richiamo agli ultrasessantenni già a luglio e ha poi esteso la campagna al resto della popolazione. Finora sono quasi 4.2 milioni i vaccinati con la terza dose su 9.3 milioni di abitanti, numero considerato insufficiente per arginare Omicron.
Il governo ha ritardato la diffusione di alcune settimane chiudendo i confini agli stranieri e imponendo a tutti i viaggiatori test e quarantena. Tuttavia, ci sono ormai diverse centinaia di persone contagiate e la stima è che diverranno rapidamente migliaia.