La polizia provinciale ha già cominciato con le operazioni. Ma la caccia in grande stile aprirà fra una manciata di giorni. Obiettivo: farne fuori almeno 20mila, meglio 30mila. Numeri impressionanti, visto che parliamo di animali, ma che rischierebbero ancora di essere insufficienti se l’obiettivo è quello di «contenere la popolazione».
Del resto, si stima che le nutrie siano presenti in almeno centomila esemplari nel Veronese. In pratica, ce n’è una ogni dieci abitanti. Il conto è impossibile da fare, ma indagini sul campo hanno portato a un’approssimazione di circa un esemplare per ettaro. E di ettari di pianura, con corsi d’acqua accessibile, ce ne sono quasi 150mila. Quante ne vanno uccise, per dirla brutalmente, per incidere davvero sulla popolazione? «In linea teorica, la metà. Solo così si annullerebbero gli effetti del ciclo riproduttivo» spiega Ivano Confortini, responsabile del servizio faunistico provinciale. Dunque, almeno cinquantamila, una quota che però sembra impossibile da raggiungere.
Ma le doppiette sono cariche e i cacciatori, ben motivati, anche se volontari. Ieri, in Provincia, c’è stata la presentazione dell’operazione, figlia di due provvedimenti, uno regionale (approvato ad ottobre) e uno provinciale (a metà novembre), annunciati già durante l’estate. Si riprende dopo quasi due anni di stop, dopo una modifica alla legge nazionale, che aveva reso queste battute impossibili da attuare. «Due anni che hanno peggiorato notevolmente le cose – spiega Andrea Sardelli, vicepresidente della Provincia – le nutrie, in molte aree della provincia sono fuori controllo. È questo è un dramma per la situazione degli argini dei nostri corsi d’acqua. Il loro unico nemico ambientale, se c’è, sono le auto e che passano in strada». L’«arma» della provincia saranno i cacciatori organizzati nei vari ambiti. Sono almeno tremila ad avere la «licenza di uccidere» le nutrie. Il che garantisce un certo turn-over: la speranza è quella di fare più battute in ciascuno degli ambiti a settimana. Con loro ci sarà sempre almeno un agente della polizia provinciale e, sempre in ogni caso, i carabinieri saranno avvisati. Le battute si svolgeranno prevalentemente nottetempo, fino a marzo inoltrato. Ma non ci sono solo le pallottole. Sono già state posizionate diverse trappole, che cattureranno – vivi – gli animali. «Si tratta di tubi da un metro in cui viene inserita un’esca, come ad esempio un frutto – spiega Confortini -. Entrando, la nutria attiva un basculante e non può più uscire». Anche gli esemplari intrappolati in questa maniera verranno poi soppressi. Le trappole non sono poi moltissime: 1.500 e sono state distribuite ai Comuni dalla Provincia, che le aveva acquistate a suo tempo. Al momento non ci sono soldi per ulteriori compere, il prezzo è infatti elevato: circa cento euro a pezzo.Risolta anche la questione smaltimento delle carcasse: se ne occuperanno i consorzi di bonifica, previa comunicazione da parte degli ambiti di caccia. Anche in questo caso, a titolo gratuito. Insomma, le nutrie sono così temute che hanno fatto scattare una sorta di filiera del volontariato. Le battute di caccia sono state a lungo osteggiate da parte delle associazioni animaliste, che hanno promesso di scendere in campo con le guardie ambientali, per segnalare eventuali abusi.
Davide Orsato – Il Corriere del Veneto – 7 dicembre 2016