I sindaci della Bassa trovano nuovi alleati per ottenere dalla Regione la realizzazione di un’Ulss della pianura, con sede a Legnago. I consiglieri regionali di minoranza della «Lista Tosi per il Veneto», infatti, hanno presentato nei giorni scorsi un duplice emendamento alla riforma sanitaria, in discussione a Palazzo Ferro Fini. Gli esponenti tosiani hanno dunque fatto propria la proposta spedita nelle scorse settimane a Venezia dal presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 21, e sindaco di Cerea, Paolo Marconcini, e del primo cittadino legnaghese Clara Scapin, che guida l’esecutivo ristretto dei municipi del territorio dell’azienda sanitaria.
L’istanza consiste nel dividere il Veronese in due aziende sanitarie, collocate rispettivamente a nord e a sud dell’autostrada Serenissima, la seconda con sede a Legnago. Tutto ciò per non depotenziale le strutture sanitarie della zona meridionale della provincia, destinate ad essere accorpate, secondo il progetto della Giunta del governatore Luca Zaia, nell’unica Uiss scaligera. L’appoggio dei tosiani alla causa dei Comuni della Bassa è giunto a sorpresa, visto che proprio il vicecapogruppo Andrea Bassi, con un precedente emendamento, aveva caldeggiato l’idea di creare un’Ulss gardesana, comprendente 25 centri del Benaco.
Ora, la nuova proposta «salva-Bassa», che verrà discussa nei prossimi giorni in assemblea regionale, si aggiunge agli emendamenti presentati negli ultimi mesi dallo stesso esponente tosiano. Bassi sottolinea: «Gli atti depositati dalla conferenza dei sindaci dell’Ulss 21 si esprimono chiaramente contro l’accentramento di tutti i poteri a Verona». Il gruppo tosiano ha presentato l’emendamento a favore della doppia Ulss, in due distinte versioni. Nella prima, la sede dell’Azienda sanitaria a nord è prevista a Bussolengo, mentre a sud il centro nevralgico sarebbe a Legnago. Nella seconda versione, invece, il quartier generale per la parte settentrionale è indicato a Verona, mantenendo l’altro sempre a Legnago». Nei giorni scorsi, anche un esponente leghista di maggioranza, l’ex deputato ed ex sindaco di Oppeano Alessandro Montagnoli, aveva esposto a Palazzo Ferro Fini le osservazioni presentate dai primi cittadini della Bassa contro la soppressione dell’Azienda della Bassa. Tra i favorevoli dell’Ulss della Bassa ci sono pure i sindacati dei medici che lavorano all’ospedale «Mater salutis» di Legnago. Stefano Badocchi, rappresentante di Cimo, evidenzia, anche a nome della Cgil Medici: «Studi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e le stesse indicazioni delle schede regionali, evidenziano come ottimale un’Azienda sanitaria con un bacino compreso tra 250mila e 450mila residenti. Un’unica Uiss renderebbe invece difficile mantenere dei servizi con gli standard di qualità attuali, avvantaggiando, di conseguenza, i flussi di pazienti verso strutture private». «E forte la preoccupazione», conclude Maria Pia Mazzasette, responsabile delle Politiche sociosanitarie della Cgil di Verona, «che il territorio lontano da Verona non venga adeguatamente coperto da strutture e servizi».
L’Arena – 17 settenbre 2016