A disposizione fino al 21 giugno gli ambulatori privati nel territorio dell´Ulss 20 e 22 Basta un prelievo di sangue. Cestaro: «Vogliamo capire quanto la patologia si sta diffondendo in pianura e montagna»
Un cane dorme beato nella sua cuccia: nelle notti primaverili o estive è maggiore il rischio di … È partito il mese della prevenzione della leishmaniosi canina e fino al prossimo 21 giugno è possibile portare il proprio amico a quattro zampe in uno degli ambulatori veterinari privati della nostra provincia all´interno del territorio delle Ulss 20 e 22, per un prelievo di sangue che serve a valutare la sieroprevalenza della malattia, cioè se l´animale sia in qualche maniera venuto a contatto con il parassita.
La leishmaniosi è infatti un parassita del sangue, trasmesso da cane a cane e in rari casi dal cane all´uomo attraverso la puntura dei flebotomi, più conosciuti come pappataci.
La campagna di prevenzione è stata stimolata dall´Ordine dei medici veterinari di Verona, che ha trovato i colleghi liberi professionisti disponibili a prendersi in carico i prelievi, e accolta molto favorevolmente dai direttori dei Servizi veterinari dell´Ulss 20, Fabrizio Cestaro, e dell´Ulss 22, Alessandro Salvelli, oltre che dall´Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie che già collaborò nel 2004 a una campagna di indagine e prevenzione che coinvolse tutto l´Est Veronese con lo screening gratuito. È infatti la zona pedocollinare quella maggiormente colpita dalla patologia: «Ci interessa capire se la diffusione si stia estendendo anche in pianura e in montagna, per questo possono accedere agli ambulatori per il prelievo utenti dell´intero territorio delle due Ulss», fa sapere Cestaro.
La diagnosi precoce è l´intervento più sicuro per combattere la malattia, che spesso si presenta senza sintomi evidenti nell´animale.
Il prelievo di sangue, effettuato gratuitamente dal personale veterinario, permettere di conoscere lo stato di salute dell´animale, previene la diffusione della malattia e dà tempo, quando necessario, di prescrivere una terapia adeguata una volta riscontrata la positività del campione prelevato.
I dati che i veterinari liberi professioni hanno della diffusione del contagio sono allarmanti: cinque casi sono già stati diagnosticati sul territorio di Tregnago, sei in quello di Cazzano di Tramigna, altri casi sono stati segnalati ad Albisano e lo screening permetterà di rendere palese la diffusione anche in Val d´Alpone e in tutte le valli della Lessinia. Pare che i flebotomi che sono vettori della malattia svernino in zone dove trovano rifugio nei muri a secco e umidi. Considerata endemica delle zone calde, con le variazioni climatiche degli ultimi decenni la diffusione si sta spostando dalle aree mediterranee a quelle più interne di collina, dove fino a poco tempo fa era sconosciuta. «Lo screening che abbiamo avviato con la collaborazione dei colleghi liberi professionisti è molto utile, anche alla luce della diffusione che il parassita sta avendo. È bene intervenire per tempo prima che la malattia abbia una vasta diffusione e anche se non è possibile eradicarla del tutto, possiamo contare di contenerla», precisa Salvelli.
Purtroppo la malattia nel cane è asintomatica, ma non per questo meno pericolosa, perché quando viene scoperta ha già prodotto notevoli danni.
Conoscendone per tempo l´esistenza, si può circoscrivere il fenomeno, anche se non guarire del tutto l´animale, che si è finora dimostrato refrattario alle terapie, mentre è sufficiente una cura di antibiotici per debellare l´infezione nell´uomo. Dopo un periodo d´incubazione che va da un mese a quattro anni, la malattia si presenta solitamente in forma cronica e generalizzata, anche se ci possono essere manifestazioni prevalenti o quasi esclusive in singoli apparati (a differenza che nell´uomo in cui si distinguono le forme viscerale e cutanea, tra le più diffuse), con manifestazioni a carico della cute, delle mucose e di carattere generale
L’Arena – 27 maggio 2012