I territori uniti di Ulss 20, Ulss 21 e Ulss 22, che dal primo gennaio fanno capo all’Ulss 9 Scaligera, avranno a disposizione un budget di poco più di un miliardo e 370 milioni di euro per la salute dei propri 922.383 cittadini. In tutto, l’area veronese perde rispetto a quando le Ulss erano tre la bellezza di 23 milioni e 500 mila euro.
È vero che, come si è affrettata a spiegare con una nota ufficiale la Regione, si tratta di un riparto (questo il termine tecnico) «provvisorio e prudenziale», tuttavia è altrettanto vero che è stato calcolato per il veronese riducendo la quota destinata a ciascun cittadino da 1.511 euro del 2016 a 1.486 per l’anno appena iniziato. A questo dato ne va aggiunto un altro: Venezia ha deciso di spendere per la salute di ogni singolo veronese una delle cifre più basse del Veneto, superiore solo ai 1.405 euro dell’Ulss 4 Veneto Orientale, la più piccola tra le nuove nate.
Mentre Verona è seconda solo alla padovana «Euganea», che con 1.506 euro incassa un miliardo e 406 mila milioni, perdendo comunque a sua volta 24 milioni sul 2016.
L’assessore regionale alla Sanità, il veronese Luca Coletto, ha sottolineato come a tutti sia stato tagliato l’1, 7 per cento di quello che veniva distribuito come quota capitaria l’anno scorso. Mentre la nota ufficiale di Palazzo Balbi (sede della giunta) ricorda che le risorse verranno ritoccate una volta ripensati i criteri di finanziamento delle aziende del servizio sanitario alla luce dell’introduzione dell’Azienda Zero e quando sarà chiaro quanti finanziamenti arriveranno dallo Stato per coprire i Lea (cioè i livelli essenziali di assistenza),in corso di definizione.
Queste assicurazioni però non sono bastate agli esponenti del Pd che lavorano in V commissione Sanità. «Oltre al danno di essere una delle nuove Ulss con il maggior numero di abitanti, arriva anche la beffa, del riparto del fondo sanitario regionale. Rispetto al 2016, di fatto, i cittadini dell’area veronese, con la nuova Ulss Scaligera, perdono 24 milioni di euro. Una penalizzazione di cui chiediamo subito conto al presidente Zaia e all’assessore Coletto», attacca Orietta Salemi, veronese, componente della V commissione.
E riferendosi ai ritocchi degli ultimi giorni, prosegue: «La marcia indietro della Regione che definisce il riparto prudenziale non cambia la sostanza: le Ulss sono tutte penalizzate, con una riduzione dell’1,7 per cento, uno di quei tagli orizzontali contro cui sempre il presidente Zaia si scaglia. E non ci si può nemmeno nascondere dicendo che sono stati seguiti i criteri approvati in Commissione visto che si parlava del 2016».
A nome del Pd, Salemi aggiunge: «Prendiamo atto che la Giunta rettifica se stessa e conferma la riduzione di 132 milioni di euro per le Ulss e la penalizzazione per l’Ulss Scaligera. E non consola sapere che tutte le Ulss stanno peggio dello scorso anno. Meno fondi significa meno servizi e qualità». Il quadro esce dal confronto tra la quota capitaria prevista per quest’anno e la media di quelle definite nel 2016 per le singole Ulss poi aggregate. Quella Scaligera, con una differenza di 24 milioni, è una di quelle che perde di più. «Sono numeri impietosi che non trovano giustificazioni», aggiunge Salemi, «purtroppo hanno conseguenze dirette sulla qualità dell’offerta sanitaria. Le scelte della giunta Zaia e la mancata volontà di adottare criteri omogenei nella definizione delle nuove Ulss rischiano di ripercuotersi in maniera devastante su tanti territori, in particolare quelli veronesi».
E conclude: «Vorremmo avere la certezza che per il definitivo non succeda come nel 2016, cioè un’approvazione a fine anno, quando le Ulss avranno già speso in base a quanto assegnato oggi»
L’Arena – 5 gennaio 2017