Emergenza nutrie lungo le sponde del Bussé. Le colonie di roditori, originari del Sud America, non danno tregua ai corsi d’acqua che bagnano il territorio di Legnago. Proprio la presenza dei castorini – che possono raggiungere una lunghezza di un metro, compresa la coda, e superare i 10 chili di peso – ha fatto crollare un tratto di argine del canale in via Mazzanta, alla periferia del capoluogo, costringendo il Comune a chiudere un pezzo della soprastante pista ciclabile, mentre il Consorzio di bonifica veronese è entrato in azione per ricostruire il terrapieno.
Il tunnel, creato qualche mese fa dai roditori, si è via via allargato fino a diventare una voragine di tre metri di diametro. Ad accorgersi del danno arrecato alla sponda del canale è stato il proprietario delle risaie confinanti con il fiume. L’azione erosiva è stata tale che, attraverso la falla, il velo di 30 centimetri d’acqua che copriva i campi destinati alla coltivazione del riso si è infatti riversato nel Bussé, essendo il piano coltivato più alto rispetto al letto del fiume, lasciando così pericolosamente all’asciutto diversi ettari di coltura. Ad impedire il crollo totale dell’argine è stata la sottile striscia di cemento che fa da sottofondo alla ciclabile. Ad ogni modo, il percorso ciclopedonale, non avendo più una base su cui rimanere appoggiato, è stato transennato in via precauzionale. Ieri mattina, dunque, il personale del Consorzio di bonifica veronese ha iniziato a ripristinare il terrapieno. Si tratta di un intervento consistente, che proseguirà anche stamattina, mentre il Comune, dal canto suo, dovrà ricostruire il tratto di pista ciclabile sopra la voragine una volta conclusi i lavori sul terrapieno. «Abbiamo calcolato», evidenzia l’ingegner Andrea De Antoni, direttore tecnico del Consorzio di bonifica veronese, «che occorreranno 10 camion di terra e sassi per poter riempire lo spazio creato dalla fuoriuscita di acqua. All’interno della voragine ci starebbero comodamente 10 uomini». Grazie alle operazioni di ripristino, l’argine verrà tamponato con 150 metri cubi di materiale, che sarà stabilizzato alla base con pietre. Quindi il tecnico osserva: «Il buco inizialmente scavato dai roditori, a causa della presenza di acqua si è andato progressivamente allargando, fino al crollo di sabato». Lo stesso ingegnere ammette: «Purtroppo prevedere eventi di questo tipo è impossibile, poiché le nutrie sono presenti ormai lungo tutti i corsi d’acqua e le situazioni critiche emergono soltanto quando ci sono cedimenti importanti, come questo registrato a Legnago o quelli verificatisi l’anno scorso, per due volte, lungo il Tartaro». Il ripristino dell’argine del Bussé si è reso necessario anche per evitare in futuro problemi di carattere idraulico alla frazione di Vangadizza. Basti pensare cosa sarebbe accaduto se il canale che bagna la città, sfociando nel Canalbianco a Torretta, fosse stato in piena. Senza dubbio, ci sarebbe stata un’esondazione proprio nel tratto compromesso dalla presenza dei roditori. Di fronte al moltiplicarsi delle segnalazioni e dei conseguenti disagi rilevati da cittadini, passanti o proprietari dei terreni agricoli, il Consorzio mantiene alta la guardia sulla presenza dei castorini. «Quello che possiamo fare», rimarca De Antoni, «è una costante manutenzione. Tuttavia, servirebbero investimenti più consistenti per permettere interventi più radicali come il posizionamento di reti di contenimento e sassi lungo le rive».
Fabio Tomelleri – L’Arena – 13 agosto 2015