Sindacati medici sulle barricate per il riparto 2019-2020. In corsia i camici bianchi continuano a mancare, i contratti sono bloccati da 10 anni, le risorse per il rinnovo sono state accantonate per quanto di competenza dalla Regione, ma mancano le certezze sul comportamento adottato a livello nazionale. Così il 25 gennaio le principali sigle di categoria hanno programmato un nuovo sciopero di 24 ore che segue la precedente agitazione di fine novembre, causa di tanti disagi anche a Verona. «Il problema non è solo economico e contrattuale», evidenzia Stefano Badocchi, responsabile Cimo per l’Ulss 9, «nell’Ulss unica provinciale mancano un centinaio di colleghi, 1.300 negli ospedali della regione». Eppure, secondo i dati di Pierangelo Rovere, alla guida di Cgil medici Verona e Veneto, i margini per effettuare nuove assunzioni ci sarebbero. «La sola Ulss 9 ha chiuso il 2018 con due milioni di avanzo alla voce “personale”. Gli specialisti disponibili sono pochi. La programmazione è stata deludente e chi l’ha effettuata ha dimostrato incapacità e incompetenza», taglia corto. In sintesi, anche dove ci sono i soldi, mancano i candidati e non si può procedere oltre con la sostituzione di chi va in pensione. «Il nuovo Piano socio sanitario regionale prevede addirittura di colmare le falle richiamando a gettone gli specialisti pensionati o i medici privi di specializzazione. Un piano che, se attuato, ci farebbe tornare indietro di 30 anni», precisa. Da Roma arrivano indicazioni diverse e si prevede di utilizzare specializzandi all’ultimo anno. In questa situazione caotica, chi lavora è oberato e scontento. «I contratti sono bloccati, le risorse per i rinnovi sono inserite nel riparto dalla Regione (oltre 13 milioni nel biennio per la Scaligera; oltre 10 per l’Azienda ospedaliera veronese, ndr) non si sa invece se a Roma si sia provveduto a fare altrettanto per quanto di competenza», denuncia Badocchi. A ottobre i consiglieri regionali del Pd, guidati dalla veronese Orietta Salemi, hanno rivolto alla Giunta un’interrogazione a risposta scritta (numero 644) per conoscere l’entità degli accantonamenti del triennio 2016-18. A fine novembre è arrivata la risposta di Palazzo Balbi: per il 2016 sono stati accantonati 3,6 milioni, per il 2017 circa 10, per l’anno passato 16,6 milioni, che tuttavia non finiranno nelle tasche dei camici bianchi finché il contratto nazionale non sarà rinnovato. (Va.Za.)
L’ARENA DI VERONA – Sabato, 12 gennaio 2019