Lo immortalano due video, girati con il telefonino da altrettanti automobilisti, a breve distanza. Nel primo è sera tarda, qualche ora dopo il tramonto: si intravede un animale correre davanti all’auto, poi arrampicarsi sul pendio. Il secondo è girato in pieno giorno: l’esemplare si vede da lontano, corre all’impazzata e finisce, ancora una volta, sul bosco, con notevole agilità.
Gli autori, in entrambi i casi, non hanno dubbi: si tratta di lupi, forse lo stesso, beccato a camminare sulle strade asfaltate e relativamente vicino a centri abitati. Le immagini, a dire la verità, non sono abbastanza chiare per darne un’assoluta certezza: pubblicate su Facebook hanno superato le duemila visualizzazioni. E c’è chi ha avanzato dubbi fossero dei cani di grossa taglia. Ma gli indizi a favore dell’ipotesi che si tratti di qualche esemplare del branco di Slavc e Giulietta sono diversi. La dimensione è quella di un lupo: il colore del manto, per quello che si può vedere, è quel grigio con qualche sfumatura rossiccia che è stato riscontato anche nelle foto scattate dalla forestale negli altri pascoli. Ultima, ma certo non per importanza, la zona. Il video notturno è stato ripreso a Ceredo, frazione di Sant’Anna d’Alfaedo, dove lunedì sono state sbranate due pecore. Quello «diurno», poco lontano, sulla provinciale 14, nel tratto che da Fosse va a Lugo di Grezzana. Due zone piuttosto «basse» per le abitudini dei lupi della Lessinia. Si stanno avvicinando alla cintura collinare? A Verona, è un timore che esiste da tempo. Nel settembre del 2014, il sindaco Flavio Tosi firmò un’ordinanza che autorizzava a «sparare per legittima difesa» nel caso che i lupi varcassero i confini comunali. Ordinanza che scatenò una serie di polemiche, venne bocciata dal Tar e in seguito ritirata.
Ma visto il periodo dell’anno è verosimile che i lupi «stiano scendendo di quota»? Lo proverebbe anche una predazione avvenuta a fine dicembre a Costagrande, dove è stato ucciso un muflone del parco. Ne è convinta anche la zoologa Paola Peresin, che ha fatto diversi sopralluoghi in Lessinia per studiare la presenza dell’animale. «Fa parte della loro biologia – spiega – nel momento in cui vengono a mancare le prede facili, cambiano territorio. Ed è una regola valida soprattutto per i lupi italiani (alla cui “famiglia” appartiene Giulietta, la matriarca, ndr). È un fenomeno che si è potuto accertare con l’uso del radiocollare in Abruzzo: i lupi si aggirano spesso in zone abitate, anche se evitano per quanto possibile il contatto con l’uomo. Sono infatti ormai abituati alla nostra presenza, ma allo stesso tempo sanno che è più facile trovare cibo dove ci sono persone». Se in parte può suonare come una brutta notizia, il lato positivo, prosegue Peresin è «che proprio per questo motivo è necessario evitare allarmismi: anche se per noi è una novità, il lupo è presente da tempo in altre zone e conosciamo il suo comportamento». Quanto al piano di conservazione della specie ora allo studio (su cui si voterà la settimana prossima) per Peresin l’auspicio è «che si riesca a tutelare adeguatamente gli allevatori: il lupo rappresenta anche un’occasione per mettere a punto una gestione della fauna selvatica intelligente».
Il Corriere di Verona – 27 gennaio 2017