Sanità. Ospedali aperti di sera e nei weekend da settembre, dopo la delibera regionale per ridurre le liste d’attesa. Ma non a tutti piace l’idea
VERONA – Al Mater Salutis di Legnago le sessioni «notturne» e «festive» sono già iniziate. Seguiranno, già dai primi di settembre, l’Azienda ospedaliera di Verona e le altre due Usl della Provincia, la 20 del capoluogo e la 22 di Bussolengo anche se quest’ultime devono ancora stendere un calendario dl massima.
Ospedali aperti anche di sera e nei weekend, per permettere esami diagnostici come ecografie e tac: a permetterlo è la delibera presentata già da aprile dal presidente Luca Zaia. Approvata a giugno, indica come data approssimativa per il nuovo servizio inizio settembre.
L’UsI 21 di Legnago ha però anticipato il provvedimento, dando il via alle aperture straordinarie già lo scorso 15 luglio. Al momento è disponibile al Mater Salutis solo gli esami di Radiologia, con i seguenti orari: lunedì e mercoledì dalle 20 alle 22, la domenica sera dalle 20 alle 23. Insomma, sette ore alla settimana in più.
Per quanto riguarda l’azienda ospedaliera è il direttore sanitario Pierpaolo Benetollo a far sapere che «da settembre saranno disponibili esami radiografici ed ecografie il sabato e la domenica». Ancora incerti, invece, gli orari dell’apertura notturna, che – come indica la delibera – si può protrarre fino a mezzanotte.
L’idea nasce dalla necessità di ridurre la lista d’attesa che, soprattutto per esami come Tac e raggi rischia di protrarsi anche per qualche mese.
Non a tutti, però l’idea piace. Molto scettico, al riguardo, Pierangelo Rovere, direttore dell’Unità di Malattie Infettive dell’ospedale di Legnago e referente per la Cgil Medici. «Non è il modo di risolvere i problemi della sanità – spiega – si rischia di sprecare risorse economiche ed intellettuali». Il punto di partenza è che se, sulla carta, la lista di richieste è interminabile, alcuni esami, specie le radiografia «andrebbero comunque ridotti». «E’ stato provato da diverse ricerche del settore – spiega Rovere – che il 50% delle radiografie sono inutili, vengono, cioè, prescritte senza cognizione di causa. E sono anche dannose, visti gli effetti delle radiazioni sul corpo umano. Invece di tenere aperto gli ospedali di notte, con l’obbligo di pagare lo straordinario, bisognerebbe intervenire sulle cause che portano all’abuso di questo tipo di esami diagnostici: ovvero la medicina “difensiva”. Il medico è nelle condizioni tali da avere il terrore di sbagliare e di essere trascinato in tribunale, per questo si ricorre a Tac e raggi in abbondanza, con il consenso del paziente».
Le aperture straordinarie vedono invece il consenso di un’altra importante sigla medica, l’Anaao. «Quando si è prospettata questa ipotesi – spiega il segretario regionale, Salvatore Calabrese – abbiamo chiesto opportune garanzie: che la prestazione fosse su base volontaria, dando quindi la possibilità al medico di scegliere, che venisse adeguatamente retribuita e che ci fossero adeguati investimenti (dalla Regione sono arrivati 30mila euro, ndr). Tutti questi punti sono stati soddisfatti dal decreto, vedremo a partire da settembre come andrà all’atto pratico».
Anche il Tribunale del Malato, «costola» di Cittadinanza attiva, aveva dato qualche mese fa il via libera all’iniziativa. «L’importante – aveva sottolineato il presidente veronese, Flavio Magarini, è che ci sia un raziocinio nei tagli previsti, in modo da non penalizzare l’utenza debole come gli anziani. Per il resto, se ben implementata, si tratta di un’opportunità in più». Sarà soprattutto l’Azienda ospedaliera ad aumentare le sue prestazioni: le radiologie di Borgo Trento e Borgo Roma, infatti, sono le più importanti in provincia, avvicinandosi alle 300mila prestazioni annue.
Il provvedimento
Fino a mezzanotte e nei festivi
La delibera regionale prevede l’apertura serale degli ospedali, per esami diagnostici, dalle 20 alle 24 con la possibilità di estenderla anche alla domenica.
Già da Luglio al Mater Salutis
L’ospedale di Legnago ha anticipato i tempi: dal 15 luglio apre il lunedì e il mercoledì dalle 20 alle 22, la domenica dalle 20 alle 23.
I dubbi dei medici Alcuni «Non servono»
Alcuni medici criticano l’iniziativa. «Si fanno già troppi esami diagnostici – spiegano – perché si ha paura di essere trascinati in tribunale».
Salvatore Calabrese (Anaao)
“Siamo d’accorso purchè si mantengano i patti: le prestazioni devono essere volontarie e pagate con lo straordinario”.
Corriere di Verona – 8 agosto 2013