Secondo le carte depositate a Roma dovrebbe sorgere tra via San Gabriele e via Guasto ma in Comune non ce n’è traccia
«Ci sono voci che girano a San Gabriele su una centrale a biomasse funzionante a deiezioni di gallina. Se fossero vere, sarebbe una scelta da valutare, dato che collocare un ammasso di deiezioni di gallina in una zona di allevamenti creerebbe un problema per il bene pubblico, oltre al fatto che non ci sono strade». Così Maria Grazia Rancan, produttore di riso ed ex presidente della Coldiretti locale, è intervenuta alla fine della riunione per gli allevatori convocata dall’ amministrazione comunale in sala civica «per prevenire attraverso l’informazione il problema delle mosche».
Il vicesindaco Arcolini, che ha la delega all’ecologia, ha assicurato a Rancan il suo interessamento aggiungendo però che il Comune ha poco peso nella Conferenza dei servizi che dovrà valutare la rea! lizzazione dell’impianto a biomasse. Le «voci» sul progetto sono comunque fondate; non è stato presentato in Comune ma risulta sul sito del Ministero dello sviluppo economico, Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche: tra i progetti di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili c’è anche quello per un «impianto biogas potenza 249 kWe del tipo biomassa e linea elettrica» inoltrato l’8 luglio scorso da un tecnico di Treviso per una società agricola di Isola. Le strutture del progetto sarebbero ubicate nel territorio comunale e in base alle coordinate indicate – longitudine 11,03965, latitudine 45,24578 – alcuni residenti hanno individuato la collocazione tra via San Gabriele e via Guasto.
L’ approfondimento sull’argomento è stato rinviato e la serata ha affrontato il problema della prevenzione delle mosche. Arcolini ha spiegato: «Abbiamo a cuore il benessere di tutto il territorio, siamo qui per far rispettare le regole, per evitare che qualche disattenzione generi problemi».
Carlo Ferro, consigliere comunale delegato all’agricoltura, ha distribuito copie del regolamento comunale per l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e
l’ordinanza del giugno 2010 che prevede l’obbligo di interrare entro 24 ore le deiezioni sparse dal 15 febbraio al 19 agosto, ne vieta lo spargimento dal 20 agosto al 1 ottobre, impone l’utilizzo di contenitori di stoccaggio per gli accumuli e la loro copertura con teli impermeabili, e obbliga a effettuare e annotare i trattamenti di disinfestazione.
Ferro ha anche spiegato che durante l’estate Tarmassia ha avuto il problema delle mosche, ce n’erano perfino in chiesa, e che il Comune in seguito all’esposto di un cittadino ha verificato nella frazione la presenza di cumuli di pollina «irregolari» in quanto ammassati su un campo; ha anche chiesto ai presenti, una trentina in prevalenza allevatori avicoli, se effettuano regolarmente i trattamenti contro le mosche, ma solo alcuni hanno alzato la mano. Dagli allevatori è venuto l’invito al Comune a preoccuparsi della prevenzione a febbraio-marzo e non solo in prossimità della Fiera del riso. Luca Melotti, presidente Coldiretti, ha sollecitato i controlli anche negli allevamenti di galline ovaiole dicendo: «A Isola ci sono allevamenti da 50 anni ma abbiamo cominciato ad avere problemi di mosche quando sono arrivate le galline ovaiole, perché nei capannoni dove ci stavano 20mila polli sono state messe 200mila galline».
Statisticamente, lo ha confermato il veterinario presente all’incontro Zeno Bernardi, è questo il tipo di allevamento che genera più mosche, anche se ogni ammasso di deiezioni ne può provocare la comparsa. Per questo è fondamentale effettuare i trattamenti, ma non serve che uno o solo pochi allevatori li effettuino, devono essere interventi costanti e coordinati; così si è deciso di accogliere il suggerimento del veterinario di avvalersi della collaborazione di un esperto entomologo e di predisporre un piano per inizio 2012
l’Arena – 8 settembre 2011