«La redditività delle vostre aziende negli ultimi dieci anni si è schiacciata, la forbice tra prezzi e costi produttivi si è allargata, mentre le banche hanno chiuso molte linee di credito»
«Capisco che è difficile andare sul mercato con i vostri prodotti, quando molti altri, spesso senza l’indicazione d’origine, comprimono la vostra già bassa remunerazione. Per questo vi ringrazio di essere ancora in pista». Il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, si è rivolto direttamente agli agricoltori inaugurando questa mattina a Verona la 110° edizione della Fieragricola, la manifestazione internazionale di settore organizzata da VeronaFiere. Un’attenzione particolare rivolta già davanti all’ingresso della manifestazione (che si concluderà domenica 5 febbraio) ad alcuni pescatori che protestavano contro il caro-gasolio e la politica vessatoria dell’Unione europea.
Riflettori accesi sulla Politica agricola comune
Al convegno di apertura, i riflettori si sono poi accesi in modo particolare sulla Politica agricola comune, la cui proposta di riforma presentata l’ottobre scorso dalla Commissione Ue entra ora nel vivo del negoziato tra i 27 paesi partner, in vista della sua applicazione nel periodo 2014-2020. Alla presenza del direttore generale Agricoltura della Commissione, Josè Manuel Silva Rodriguez, e del presidente della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro, il ministro Catania ha precisato: «Chiederò a Bruxelles che la Pac sia uno strumento di tutela dell’agricoltura italiana, che faccia chiarezza in termini di regole e che distribuisca risorse adeguate ai produttori. Serviranno norme più rigide sulle indicazioni dei prodotti, sull’ etichettatura e sulla difesa del vero made in Italy dalle contraffazioni».
Non soddisfano le proposte del commissario Ciolos
«Le proposte avanzate dal commissario Ciolos non ci soddisfano – ha quindi aggiunto Catania – perché dimentica il valore delle imprese agricole italiane, perché scompaiono all’orizzonte la qualità dei prodotti, il lavoro e gli investimenti fatti dagli agricoltori italiani su superfici limitate». A questo proposito, l’impegno preso dal ministro nella prosecuzione del negoziato comunitario, è che a fronte di «un budget che resterà importante, la ripartizione delle risorse non dovrà solo tenere conto della superficie agricola, ma anche valorizzare le produzioni fatte bene».
Critiche sulla bozza di riforma Pac della Commissione
Il ministro ha espresso quindi alcune critiche – condivise dai presidenti di Confagricoltura (Mario Guidi), Cia (Giuseppe Politi) e Coldiretti (Sergio Marini) intervenuti al convegno – su alcuni misure previste nella bozza di riforma Pac della Commissione. A partire dal cosiddetto “Greening”, che per incentivare gli agricoltori a fare scelte colturali a minore impatto ambientale, di fatto «prevede soluzioni punitive, con costi aggiuntivi e costrizioni per le imprese agricole».
Nel decreto liberalizzazioni disposizioni sulla catena alimentare «mai proposte in 60 anni di politica nazionale»
Sul fronte della politica interna, Catania ha quindi ricordato il decreto sulle liberalizzazioni varato dal governo, che ora deve affrontare l’iter parlamentare, che «punta a migliorare l’equilibrio della reddività, attualmente sbilanciato verso la grande distribuzione». Un provvedimento, ha sottolineato Catania, con «disposizioni sulla catena alimentare che mai fino ad ora erano state proposte in 60 anni di politica nazionale». Tra queste, l’obbligo di contratti scritti nelle relazioni commerciali tra agricoltori e grande distribuzione e di pagamenti certi per le merci consegnate: entro 30 giorni per quelle deperibili, 60 per tutte le altre.«Ora – ha proseguito Catania – sono curioso di vedere cosa succede in Parlamento. Qualche gruppo di interesse strilla già contro, ma non so cosa ci sia da strillare. Io ci ho messo la faccia, ma si tratta di interventi semplici e corretti».
ilsole24ore.com – 3 febbraio 2012