Lorenza Costantino Per gli operatori del canile cittadino, agosto non è stato un periodo di ferie. Al contrario, di superlavoro. «Un mese terribile», si spinge a dire il veterinario Andrea Pagan de Paganis, responsabile per conto dell’Ulss 20 della struttura di via Campo Marzo. Al canile, nell’arco degli ultimi 31 giorni, sono arrivati quasi 130 cani a fronte della cinquantina di giugno e di luglio.
«Un boom che fatichiamo a spiegarci», continua il dirigente. «Se è vero che l’estate è ancora, purtroppo, il periodo di tanti abbandoni, sia a causa delle ferie sia per la crisi, negli anni scorsi, sempre nel mese di agosto, siamo arrivati alla peggio a un centinaio di cani per cui si è resa necessaria la cattura». Ma ci sono altri elementi a rendere atipica questa fine estate 2015: «Sono arrivati diversi cani di razza, molto belli. Due cocker, un segugio, un Siberian husky… Naturalmente privi di microchip, altrimenti avremmo potuto rintracciare i proprietari. Per loro si scatenano le richieste, anche da fuori regione», spiega Pagan de Paganis.
«E poi tanti cuccioli. Strano, perché di solito gli abbandoni riguardano soprattutto i cani anziani affetti da varie patologie; cani che sono stati “goduti” ma di cui poi le famiglie non vogliono farsi carico nella fase finale della loro vita». Dopo la cattura, la fotografia di ciascuna bestiola viene pubblicata on line sulla pagina del canile sul sito dell’Ulss 20 (che conta 40-50mila visualizzazioni al mese), nella speranza che i proprietari si facciano vivi.
«Se ciò non succede», prosegue il responsabile, «si applica l’iter sanitario, che comprende il protocollo completo delle principali vaccinazioni, l’eliminazione di eventuali parassiti, e la sterilizzazione. Dopodiché i cani diventano adottabili». Al momento sono una settantina quelli pronti a trovare una nuova famiglia. Per fortuna, in media una buona metà degli animali si rivela in realtà scappata accidentalmente di casa, e viene restituita quasi subito. Ma anche le adozioni «hanno un buon turnover, quindi la situazione resta sotto controllo nonostante picchi di ingressi come quello di agosto», assicura Pagan de Paganis. Certo, bisogna lavorare sodo, nell’attesa che un decisivo aiuto giunga dal nuovo canile-rifiugio di via Binelunghe, al Basson, che sarà gestito dall’Enpa (Ente protezione animali) e si occuperà particolarmente dell’aspetto delle adozioni, mentre il canile sanitario dell’Ulss 20 potrà concentrarsi ancor di più sui protocolli sanitari. L’inaugurazione è attesa tra poche settimane. Non solo cani. Il problema del randagismo riguarda anche i gatti. «A Verona, nel territorio del Comune, ci sono circa trecento colonie feline per un totale di un migliaio di gatti», conclude il veterinario. «Ne catturiamo sette-ottocento all’anno per controllarne lo stato di salute ed eventualmente microchipparli e sterilizzarli. Dopodiché vengono riportati nella colonia di provenienza: il gatto ama la libertà».
L’Arena – 1 settembre 2015