È allarme inquinamento per l’acqua della città. Da giovedì scorso la centrale di Porta Palio risulta fuori servizio «a scopo cautelativo» e «tale misura precauzionale – ha annunciato ieri il presidente di Acque Veronesi, Niko Cordioli – resterà per ora ulteriormente in vigore, anche se al momento ci risulta che si tratti di un fenomeno di contaminazione isolato, superficiale e circoscritto».
Eppure tra i cittadini ormai impazza la psicosi e serpeggiano dubbi ma soprattutto timori: il pensiero corre immediatamente ai «Pfas» che hanno avvelenato le falde nella Bassa Veronese, nel Vicentino e nel Padovano, ma nel caso di Porta Palio «sono emerse tracce di Pfos e non di Pfas».
A metterlo in chiaro è intervenuta direttamente la Regione, eppure i profili di rischio esistono visto che proprio i Pfos sono stati classificati da Bruxelles tra le «sostanze inquinanti organiche persistenti». Secondo l’Unione Europea, presentano infatti «elevata tossicità, hanno un potenziale di propagazione a lunga distanza nell’ambiente e presentano effetti nocivi per l’uomo». Tecnicamente i Pfos rispondono alla definizione di «perfluoroottano sulfonati», ed esattamente una settimana fa ne è stata riscontrata la presenza nella centrale di distribuzione idrica di Porta Palio, quella a cui fa capo l’intera zona dello Stadio.
A individuarne la traccia è stata la neonata Usl 9 Scaligera e «non si è trattato di un caso: voglio infatti precisare bene che noi di Acque Veronesi – dichiara Cordioli — non ci siamo svegliati adesso, perché è già dal 2015 che abbiamo dato mandato all’Unità sanitaria locale di effettuare con regolarità una serie di campionamenti di routine». E proprio durante uno di questi controlli periodici, giovedì scorso, è scattato l’allarme inquinamento nella zona di Porta Palio e dello Stadio. La notizia è stata resa nota soltanto 48 ore fa «perché prima eravamo tenuti ad avvisare l’Arpav, ma tengo a chiarire – puntualizza il presidente di Acque Veronesi – che i cittadini possono stare tranquilli: la centrale è stata chiusa con effetto immediato già una settimana fa, appena è stata riscontrata la contaminazione da Pfos». E mentre la centrale «per adesso rimarrà precauzionalmente fuori servizio», in queste ore si è messa al lavoro un’autentica task force con Comune, Usl 9, Arpav e Acque Veronesi impegnati in simultanea «per individuare la fonte dell’inquinamento e dare un nome al responsabile» dello sversamento incriminato.
Quello contaminato è il pozzo n.2 e ha accusato un superamento dei limiti massimi di Pfos consentiti dalla legge pari a 3 ng/litro (per l’esattezza 33 ng/litro rispetto i 30 ng/litro stabiliti dal Ministero della Salute): pesca a 20 metri di profondità e, dai controlli tuttora in corso, risulta che sia «l’unico inquinato da Pfos e che invece gli altri 7 pozzi dell’area di Porta Palio» ne siano «del tutto esenti». Non solo: «Anche a monte e a valle della centrale che serve la zona dello Stadio – informa Cordioli – non sono state trovate anomalie». (….)
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16 marzo 2017