Non sono piaciuti per niente alle associazioni protezionistiche di Venezia i piccioni colorati di blu, rosso e giallo che un artista svizzero tedesco, Julian Charriere, ha fatto svolazzare per la città – dopo averli alimentati con mangimi pigmentati – per una performance collaterale alla 13/A mostra di architettura della Biennale, come da noi pubblicato.
L’Associazione vegetariana e la Lav hanno presentato una segnalazione alla Polizia municipale, all’Usl di Venezia e al Comune, chiedendo se non si possano ravvisare gli estremi del reato di maltrattamento di animali, ma non solo, perché i colombi – affermano – appartenendo alla fauna selvatica vanno considerati «patrimonio indisponibile dello Stato» a Venezia. «Some pigeons are more equal than others» si intitola la performance cui ha dato vita Charriere, nell’ambito del progetto ’Un-common Venice proposto da Case Studio Vogt di Zurigo. «Se possiamo comprendere in pieno la motivazione che sembra abbia avanzato l’artista, ’i colombi vengono maltrattati e denigrati – affermano Cristina Romieri e Tatiana Zanotti – non possiamo certamente condividere il loro utilizzo fatto dal signor Charriere, quanto mai diseducativo e distorto: ancora una volta gli animali vengono trattati come oggetti da cui peraltro Il Capogruppo dell’UDC in Comune di Venezia Simone Venturini e il Consigliere Marco Zuanich hanno presentato un’interrogazione urgente alla Giunta sulla performance collaterale alla Biennale «Some pigeons are more equal than others» che ha visto come protagonisti, loro malgrado, numerosi piccioni. Chiedono al Comune di Venezia di verificare le modalità con cui è avvenuta la dipintura dei piccioni da parte dell’artista e quali sono conseguenze fisiche e psicologiche sugli animali, ipotizzando un esposto alla Procura da parte del Comune stesso. «La linea che divide la libera espressione artistica e il reato di maltrattamento sugli animali ex 544 ter del Codice Penale – spiega Venturini – è molto sottile in questo caso».
La Nuova Venezia – 28 agosto 2012