La Città Metropolitana di Venezia ha imposto per 60 giorni la sospensione dell’attività di caccia in due valli della laguna di Venezia. Il provvedimento è stato comminato in seguito al blitz della Polizia ambientale che a fine gennaio scorso, con auto civetta, aveva fermato cinque cacciatori e sequestrato 150 uccelli, tra i quali una quarantina di oche selvatiche, anatre volpoche e lombardelle, tutte specie protette alle quali è dunque vietato sparare.
Dopo le multe e le denunce penali contro i cacciatori, ora è arrivata la punizione anche per i proprietari: dal prossimo 17 settembre, giorno di apertura della prossima stagione di caccia, fino al 15 novembre nelle due valli non si potrà sparare un colpo. Un danno economico non indifferente dato che i facoltosi clienti delle tante valli della laguna arrivano a pagare anche 100mila euro a stagione di caccia per una botte, ossia per la postazione in mezzo agli specchi d’acqua dalla quale si può sparare. E siccome la prossima stagione va dal 17 settembre al 31 gennaio, sospendere l’attività fino al 15 novembre, significa compromettere gli incassi di quasi mezza stagione. I proprietari possono ora fare ricorso alla Giunta regionale, al Tar o al presidente della Repubblica.
Le guardie quel giorno di gennaio sono intervenute solo in due valli perché materialmente non potevano tenere sotto controllo tutte le aziende faunistico venatorie della laguna, avrebbero dovuto schierare un esercito con appostamenti di auto civetta, riprese video e quant’altro.
Il Gazzettino – 23 luglio 2017